Fano, preso spacciatore di cocaina: al vaglio i clienti nelle chat Whatsapp

Fano, preso spacciatore di cocaina: al vaglio i clienti nelle chat Whatsapp
FANO - Arrestato dai carabinieri D.X., 33enne albanese disoccupato con piccoli precedenti, da tutti conosciuto come Tani l’albanese del Lido. L’uomo, anche in questo...

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FANO - Arrestato dai carabinieri D.X., 33enne albanese disoccupato con piccoli precedenti, da tutti conosciuto come Tani l’albanese del Lido. L’uomo, anche in questo caso, aderendo a più gruppi WhatsApp utili a fornire una rete di allarme circa la presenza delle forze di polizia, si sentiva protetto ma il soccorso “social”  non è stato sufficiente ad evitargli l’arresto.

I carabinieri del nucleo operativo e della stazione di Fano erano giorni che tenevano sotto controllo la sua abitazione dopo che era stato segnalato lo strano andirivieni del giovane albanese che, a tutte le ore del giorno ma, soprattutto, della notte, a piedi o in bicicletta, raggiungeva il vicino piazzale Calafati dove ad attenderlo per un fugace incontro, c’erano uomini o donne di tutte le età e della più varia estrazione sociale. “Tani” è stato visto uscire di casa e raggiungere un’auto con a bordo una 38enne fanese. Non appena lo spacciatore ha raggiunto il finestrino dell’auto, i carabinieri lo hanno bloccato e trovato in possesso della classica pallina di cocaina da 0.8 grammi confezionata nel cellophane termosaldato. Dopo un’accurata perquisizione dell’abitazione di Tani, che nel frattempo si era chiuso in un ostinato silenzio, i militari hanno rinvenuto, abilmente occultate, altre tre dosi di cocaina già pronte per lo spaccio ed un altro involucro contenente cocaina ancora da tagliare del peso di 10 grammi oltre a buste di cellophane con i classici ritagli circolari, una bilancia di precisione e 1.300 € in banconote di piccolo. 
Dopo una notte trascorsa nelle camere di sicurezza, D.X. è stato giudicato con rito per direttissima dal giudice del Tribunale di Pesaro che, oltre a convalidare l’arresto, lo ha condannato alla pena di 8 mesi reclusione e lo ha rimesso in libertà perché ritenuto non pericoloso. Al vaglio anche le posizioni dei clienti rintracciati nelle chat di Whatsapp. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico