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FANO - Non bastava la straordinaria siccità con l’emergenza idrica in anticipo di circa un mese sulla stagionalità consueta, c’è anche un diffuso inquinamento chimico che contamina due dei pozzi di riserva usati a Fano per integrare l’acqua della condotta intercomunale quando il Metauro va in sofferenza.
È allarme rosso, dunque, in città e nel resto della provincia per la gestione integrata del servizio idrico dell’estate 2022, il periodo in cui il consumo aumenta per il caldo e l’alto afflusso di turisti. Ma Aset garantisce che le riserve strategiche dei pozzi della località Torno non sono intaccate e che ci sono nel territorio le risorse idriche per gestire anche quest’anno l’emergenza seppure in condizioni più difficili.
L'alta concentrazione
Come comunicato a tutti i sindaci della provincia dieci giorni fa dall’Autorità di ambito territoriale ottimale (Aato 1) - nel frattempo però nessuna informazione è giunta ai cittadini da parte dell’amministrazione comunale di Fano -, i pozzi inquinati sono quelli di Falcineto Basso e Ca’ Severi, che hanno una capacità di 10 litri al secondo ciascuno, con cui abitualmente, in condizioni siccitose come quelle attuali, si riforniscono gli abitati di Cuccurano, Carrara e Cannelle.
La contaminazione è stata scoperta un mese e mezzo fa attraverso le analisi preliminari svolte da Aset e Asur per la riattivazione dei pozzi, ricchi di nitrati, la cui acqua deve essere miscelata prima dell’immissione in rete.
Sostanza simile alla trielina
Si tratta di una sostanza simile alla trielina (che scientificamente è definita tricloroetilene, perché è composta da 3 e non da 4 atomi di cloro). Il limite di legge del tetracloroetilene da non superare per l’uso potabile dell’acqua è 10. Il limite a tutela dell’ambiente (per la verità con una certa contraddizione normativa) è 1.
Nel pozzo di Ca’ Severi, situato a una distanza di circa 1.300 metri, la concentrazione di tetracloroetilene è 5. Aset ha commissionato 100 prelievi dalle falde, da cui è emerso un inquinamento chimico abbastanza diffuso nell’area, sul quale dovranno essere svolti accertamenti anche di tipo penale, di competenza della procura della Repubblica, per risalire alla fonte di emissione e alle responsabilità.
Nel frattempo, i due pozzi sono stati esclusi dall’approvvigionamento idrico a integrazione dell’acqua attinta dal Metauro per 600 litri al secondo di cui 400 destinati a Pesaro. Nella località Torno c’è una decina di pozzi integri nei quali prima dell’attingimento viene immessa l’acqua del fiume per la riduzione della concentrazione di nitrati. Altri pozzi sono disponibili nel territorio per una potenzialità complessiva di circa 200 litri al secondo.
I nitrati vengono eliminati anche attraverso due impianti a osmosi inversa. Per un terzo impianto di maggiori potenzialità progettato a Tre Ponti i lavori previsti per un anno e mezzo partiranno in autunno.
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