Oggi ultimo saluto a Massimo, il gigante buono: l’affetto e i ricordi dei tifosi granata

Oggi ultimo saluto a Massimo, il gigante buono: l’affetto e i ricordi dei tifosi granata
FANO  - Il cuore granata piange Massimo Alessandrini, cinquantottenne fanese vittima del Covid. Un appassionato di calcio che continuava a seguire la sua Alma anche da...

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FANO  - Il cuore granata piange Massimo Alessandrini, cinquantottenne fanese vittima del Covid. Un appassionato di calcio che continuava a seguire la sua Alma anche da Castelfidardo dove si era trasferito alcuni anni fa. 

 


I tifosi della curva ricordano un amico, un compagno di domeniche sportive e di tante trasferte, in pullman oppure in treno. Lo chiamavano Burro per la sua bontà d’animo. Imponente e muscoloso, aveva un animo mite e pronto a sciogliersi per gli amici. «Se ti fossi trovato in difficoltà, puoi star sicuro che avrebbe fatto tutto il possibile pur di aiutarti», dice di lui chiunque l’abbia conosciuto. Assai probabile che i fan granata gli dedichino uno striscione. 
Il funerale sarà celebrato oggi pomeriggio a Castelfidardo, poi la salma di Alessandrini farà ritorno a Fano per una benedizione alle 17 nel cimitero dell’Ulivo, a Roncosambaccio. Il cinquantottenne fanese lavorava in una ditta dell’Osimano e da alcuni giorni era in isolamento per avere contratto il Covid, in forma piuttosto aggressiva. Domenica scorsa le sue condizioni sono peggiorate: ricoverato agli Ospedali Riuniti Torrette di Ancona, Alessandrini è spirato durante la notte di martedì scorso. 


«Per me un grande amico e una grande persona – afferma Luigi Facchini, anche lui fan granata – Era mio coetaneo, lo conoscevo anche fuori dal calcio ed era una persona davvero speciale, un pezzo di pane alto un metro e novanta. Ho provato un dolore immenso, quando ho saputo della sua morte». Aggiunge Augusto Bargnesi: «Siamo distrutti tutti noi che lo conoscevamo, una persona di bontà unica. Ci frequentavano già da bambini, io cinque anni e lui dodici: mi sembrava invincibile come un supereroe e invece questa terribile malattia si è portata via anche lui». 


Conclude Baldo, un amico di trasferte: «Un personaggio indimenticabile, che mi piace ricordare con un aneddoto. Eravamo a Pistoia, agli inizi degli anni Novanta, e appena scesi dal pullman avevamo un bel gruppo di tifosi toscani a circa cento metri, per niente contenti di vederci. Burro mosse cinque passi in avanti e la strada si svuotò in un attimo come per magia. Si girò verso di me, sorridendo divertito: era tanto buono per quanto era robusto». 

 

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Corriere Adriatico