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FANO - Una cardiopatia dilatativa, un disturbo del cuore, è la probabile causa della morte improvvisa che domenica scorsa ha colpito Andrea Bindi, preparatore atletico di 49 anni. L’ha stabilito l’esame autoptico effettuato ieri nell’obitorio dell’ospedale Santa Croce a Fano dal medico legale Loredana Buscemi, proveniente dal Torrette di Ancona.
L’accertamento era stato richiesto dalla pm Maria Letizia Fucci per stabilire con certezza le cause del decesso, considerando che Bindi era un uomo ancora giovane e atletico, che adottava un’alimentazione di tipo salutistico.
Almeno fino a quando non saranno conosciuti gli esiti di ulteriori approfondimenti di carattere istologico sui tessuti prelevati nella giornata di ieri. La cardiopatia dilatativa è un disturbo che si instaura in persone predisposte, provocando un anomalo ingrandimento dei ventricoli (si dilatano, appunto) e impedendo al cuore di pompare sangue in modo corretto.
La morte improvvisa del preparatore atletico, originario di La Spezia in Liguria, avvenuta domenica pomeriggio, ha scosso l’ambiente sportivo sia a Pesaro (dove Bindi aveva aperto un proprio studio nel quartiere di Muraglia) sia a Fano, dove aveva allenato pugili per circa tre anni nella palestra dell’associazione Phoenix Boxe. Le arti marziali, in particolare la savate, erano le altre passioni del quarantanovenne, che lascia una figlia adolescente.
Bindi era considerato una persona gentile e rispettosa degli altri, il suo corpo senza vita è stato ritrovato disteso sul letto della sua abitazione a Roncosambaccio di Fano, dopo che la sua ex compagna aveva lanciato l’allarme, preoccupata dal fatto di non ricevere risposte alle telefonate.
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