Monsignor Trasarti scrive al prefetto Emanuela Greco: «C'è bisogno di essere difesi e sostenuti»

«Il bisogno di essere difesi è il tratto di questo tempo»
FANO «Un nuovo e fortissimo bisogno di essere difesi e sostenuti» è un tratto caratteristico del nostro attuale tempo. Lo individua monsignor Armando Trasarti,...

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FANO «Un nuovo e fortissimo bisogno di essere difesi e sostenuti» è un tratto caratteristico del nostro attuale tempo. Lo individua monsignor Armando Trasarti, per 16 anni vescovo di Fano Fossombrone Cagli Pergola, in una lettera indirizzata al prefetto Emanuela Saveria Greco per incoraggiarla a proseguire nel suo lavoro e per ringraziarla «della stima, dell’affetto istituzionale e dell’amicizia ricca di umanità inusitata». 

 


La lettera


Monsignor Trasarti è tornato a scrivere sui temi riguardanti Fano e il resto della provincia, come faceva con una certa regolarità prima del suo recente ritiro in pensione. Il vescovo emerito si è preso un «discreto tempo di spoliazione», necessario per «assorbire il faticoso, seppur necessario», passaggio delle consegne richiesto dalla Santa Sede. Il ringraziamento di monsignor Trasarti è esteso inoltre ai collaboratori del prefetto Greco e a «tutte le istituzioni civili che presiede e rappresenta».

Prosegue la lettera: «In un mondo cambiato e in continua evoluzione, il bisogno di sentirsi protetti è un sentimento che raggiunge le stanze di tutte le istituzioni, una necessità che parla con energia a ognuno di noi e cerca risposte e domande che investono la vita e l’operato quotidiano. Non serve richiamare il senso di protezione, se nel momento del bisogno ognuno di noi si volta dall’altra parte. Sono le azioni che fanno gli uomini ciò che sono: il mondo non va immaginato, ma accolto e trasformato. Una comunità di uomini e di donne non va immaginata ma realizzata compiutamente; per fare ciò ognuno di noi deve fare la propria parte». Tramite il prefetto, monsignor Trasarti si rivolge inoltre ai suoi «concittadini», i fanesi e gli altri abitanti della provincia, perché «ognuno nel proprio piccolo deve dare il meglio per la città. Nel lavoro e nel senso civico, nello spirito di solidarietà e di inclusione, riscoprendo dentro di sé che è necessario vivere da cittadini e non da individui. 


Un ricordo riconoscente a tutti coloro che con il loro sostegno e, non ultimo, con il loro affetto e la loro stima, hanno reso possibile la mia lunga esperienza di vescovo, esperienza straordinariamente stimolante e positiva: è stato per me un grande onore e immensa gratificazione rapportarmi con voi». Monsignor Trasarti conclude la lettera con il suo «migliore augurio di buon proseguimento, ricco di successi personali e professionali per il bene del nostro splendido territorio». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico