FANO - «Non aprite quella porta!». Il monito è autorevole: proviene dall’ex priore del convento di Santa Maria Nuova padre Silvano Bracci. In questi...
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Si interviene quindi in un’area strettamente connessa con la chiesa. Non solo quindi occorre procedere con somma cautela, ma vi sono parti dell’edificio che esigono un assoluto rispetto. Nel vano scale che conduce all’interrato, sul muro di confine con la chiesa, è ben visibile una bucatura tamponata che collegava il convento alla chiesa stessa: in fase di progetto si propone la riapertura di questo collegamento, al fine di mantenere un accesso diretto tra i due edifici, ma come abbiamo detto l’operazione potrebbe rivelare non poche sorprese, come quella ad esempio di ritrovare, murato in forma verticale nella parete, il corpo mummificato di un frate, di cui si era perso il ricordo. Secondo padre Silvano sarebbe quello del beato Antonio da Fano, vissuto nel XV secolo, custodito dopo la sua morte dietro il ciborio posto sopra la mensa dell’altare di Sant’Antonio da Padova. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico