FANO - L’ingente disponibilità finanziaria della contessa si è progressivamente assottigliata fino quasi ad azzerarsi; nell’arco di 5 anni dal conto...
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Su quel conto c’erano rimasti solamente 2mila euro quando è stata fatta la ricognizione del patrimonio dall’amministratrice di sostegno, che nel gennaio 2016 era stata nominata dal giudice tutelare per occuparsi dei beni della discendente di una nobile famiglia fanese, ora 83enne, residente a Marotta, ritenuta non più capace di provvedere ai suoi interessi per le menomate condizioni di salute.
L’amministratrice di sostegno ha rilevato l’anomalia di quei prelievi progressivi eseguiti tramite assegni bancari firmati dalla contessa a beneficio della medesima persona: colui con cui coabitava. E’ scattato così un esposto alla procura della Repubblica di Pesaro che giovedì scorso ha portato al rinvio a giudizio per circonvenzione di incapace del convivente, anche lui 83enne e residente a Marotta.
Secondo la ricostruzione dalla Guardia di finanza, che ha svolto le indagini, l’uomo, che aveva una delega a operare sul conto corrente della contessa, a partire dal 2010 e fino al 2015 ha girato e posto all’incasso presso la Bcc di Fano assegni per una somma complessiva di 404mila euro. Il pubblico ministero Silvia Cecchi ha formulato l’accusa ritenendo che quei prelievi fossero stati eseguiti approfittando della mancanza di lucidità della donna affetta, secondo il capo di imputazione, “da sindrome ansiosa depressiva con manifestazione di difficoltà di concentrazione e di memoria, irritabilità e facilità al pianto”.
L’83enne, difeso dall’avvocato Francesco Coli, nega ogni addebito affermando che la donna in quel periodo era perfettamente consapevole di sé e delle proprie azioni e perciò ha liberamente disposto delle proprie somme. Chi cura i suoi interessi ora non è dello stesso avviso, tanto che la contessa si è costituita parte civile attraverso l’avvocato Gordon Nathan Spicer. Il processo, che verterà sull’accertamento della capacità di intendere e di volere della donna all’epoca dei fatti, è stato fissato per il prossimo maggio nel tribunale di Pesaro.
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Corriere Adriatico