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FANO - Benito Mussolini non è più cittadino onorario di Fano. Dopo alcuni rinvii e molte polemiche, è stato approvato l’altra sera dal consiglio comunale l’ordine del giorno proposto dalla capogruppo della lista civica InComune Carla Luzi per la revoca dell’onorificenza a Mussolini, conferita dal Comune di Fano il 24 maggio 1924.
Doppio centenario
Rispetto a quell’anno ora cadono due centenari: uno relativo alla onorificenza data allo stesso Mussolini non esente dall’influenza esercitata dalla vittoria della lista nazionale fascista nelle elezioni politiche svolte un poco più di un mese prima; l’altro relativo all’assassinio del deputato socialista Giacomo Matteotti, di cui lo stesso Mussolini si assunse la responsabilità morale e politica.
L’invito è stato raccolto dalla consigliera Luzi che ha girato la proposta alla civica assise, evidenziando come a distanza di un secolo l’attestato formale dato allora al capo del partito fascista contraddice oggi i valori della nostra Costituzione repubblicana nata dalla lotta di liberazione e come contrasti con la stessa onorificenza data a Liliana Segre sopravvissuta alla deportazione nel campo di sterminio di Auschwitz – Birkenau.
A Frapporre i primi “paletti” è stato il consigliere della Lega Luigi Scopelliti, il quale ha detto: « Le cittadinanze onorarie si concedono ai vivi e si perdono quando si muore e semmai si revocano quando l’interessato è ancora in vita. Essendo Mussolini morto il 28 aprile del 1945, la cittadinanza onoraria deve intendersi decaduta». Più esplicita è stata la tesi di Lucia Tarsi di Fratelli d’Italia che ha individuato nell’atto presentato dalla esponente della maggioranza “una operazione di tipo etico, propagandistico, elettorale”; «La storia e l’etica – ha aggiunto – non vanno mai sovrapposte. La storia non può essere emendata, va studiata e tramandata per quella che è!» Ha quindi portato l’esempio di come Fano, senza alcuna remora abbia intestato la piazzetta davanti al duomo a Papa Clemente VIII, colui che mandò a morte Beatrice Cenci e Giordano Bruno. Ad avallare l’ordine del giorno della Luzi si è invece levato Stefano Marchegiani della lista di Azione che ha evidenziato come in realtà la cittadinanza a Benito Mussolini, al di là di provenire da un atto spontaneo dei cittadini fanesi, fu imposta; fu imposta da un clima di violenza che era destinato a diventare ancora più oppressivo negli anni seguenti».
La cecità cancellata
Oggi Fano avrebbe dunque il pieno diritto di disconoscere quell’atto, senza negarne l’esistenza, ma confutandone il valore. Sulla stessa posizione si è espressa la capogruppo del Pd Agnese Giacomoni «Se cento anni fa siamo stati ciechi, non è detto che oggi non possiamo aprire gli occhi e cancellare quella cecità».
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Corriere Adriatico