Ciclovia del Metauro, Fanesi alza la voce: «Se la Regione non torna indietro, il progetto lo realizziamo da soli»

L’operazione di pulizia è partita da Cuccurano
FANO  - Non hanno alcuna intenzione di abbandonare il loro obiettivo, nonostante che la Regione, dopo il parere negativo espresso dalla Conferenza di Servizi, abbia...

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FANO  - Non hanno alcuna intenzione di abbandonare il loro obiettivo, nonostante che la Regione, dopo il parere negativo espresso dalla Conferenza di Servizi, abbia abbandonato definitivamente il progetto di realizzare la ciclovia del Metauro a un metro e mezzo dalla linea ferroviaria. 

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La decisione non convince né l’Amministrazione Comunale, né tantomeno il Comitato per la ciclovia che ieri ha organizzato una manifestazione nella vecchia stazione ferroviaria di Cuccurano, da cui ha preso il via una passeggiata lungo i binari per una lunghezza di 300 metri liberati dalla vegetazione che non veniva tagliata da una decina d’anni. «Ci sono volute 3 ore di intenso lavoro – ha evidenziato Enrico Tosi per liberare la linea ferroviaria dal groviglio di erba e di rovi che l’avevano invasa, ma ora i ragazzi di Cuccurano per raggiungere il parco e la palestra possono usufruire di un percorso alternativo alla pericolosa statale Flaminia». Alla manifestazione, a nome della giunta hanno preso parte sia il vice sindaco Cristian Fanesi che l’assessore Dimitri Tinti, oltre al consigliere regionale Andrea Biancani che ha raggiunto la stazione in bicicletta.

«Noi, come giunta, non ci arrendiamo – ha dichiarato Fanesi – vogliamo condurre fino in fondo questa battaglia nell’interesse di tutti i cittadini. Ecco perché siamo a fianco del Comitato. La regione sta facendo un grossissimo errore: la perdita dell’occasione di riconvertire la ferrovia in pista ciclabile, significa per Fano e per i Comuni della Valle del Metauro anche la perdita di un investimento di 4,5 milioni di euro. In modo particolare per Fano la pista, percorrendo la zona urbana dei principali quartieri della città, avrebbe messo in sicurezza la mobilità di pedoni e ciclisti. 


«Far pensare al ritorno di un treno commerciale a pochi metri dalle abitazioni, è fuori da ogni ragione. Si pensi solo agli attraversamenti stradali. Dovremmo forse rimettere in funzione i passaggi a livello?». Sempre il vice sindaco Fanesi, non ha escluso che, perdurando la decisione della Regione di bloccare il vecchio progetto, questo non venga realizzato a spese del Comune. 


«Ma sono i cittadini coloro che sono più arrabbiati. Ieri la raccolta di firme attuata dal Comitato ha raggiunto le 5.200 unità. «Porteremo queste firme – ha dichiarato Renzo Rovinelli – direttamente all’ufficio del presidente Acquaroli per dimostrare quanto la decisione della sua giunta sia impopolare e profondamente sbagliata. Chiudere un percorso avviato – ha aggiunto – mentre non esiste un altro già pronto, significa penalizzare le popolazioni destinatarie del provvedimento. Non capisco nemmeno come si potrà rimediare a questa decisione dato che entro il 31 dicembre prossimo dovrebbe essere conclusa tutta la parte amministrativa». 


La realizzazione della ciclovia, come poi ha ribadito Enrico Tosi, non è solo un’esigenza ambientalista o una infrastruttura di grande importanza turistica, ma è soprattutto una esigenza di sicurezza, dato che sulla Flaminia continuano a verificarsi incidenti, spesso con esito molto grave. A rischio sono in modo particolare i bambini ed è quindi doveroso che ogni istituzione faccia la parte sua! 

 

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Corriere Adriatico