Fano, casa di riposo negata: famiglia costretta a vivere nell'auto parcheggiata

Fano, casa di riposo negata: famiglia costretta a vivere nell'auto parcheggiata
FANO - Un’odissea senza fine, fatta di disagi, disavventure, lentezze insostenibili ma tanta dignità. Sono ancora costretti a dormire in macchina i componenti della...

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FANO - Un’odissea senza fine, fatta di disagi, disavventure, lentezze insostenibili ma tanta dignità. Sono ancora costretti a dormire in macchina i componenti della famiglia Cesaroni che, da 9 mesi, vivono senza una casa. Fino al luglio scorso si erano riservati un angolino nel grande parcheggio della caserma Paolini, ora si trovano nell’area di sosta di via Giustizia, nei pressi del cimitero centrale perché la loro auto, una Ford Mondeo station wagon, è immobilizzata. L’auto si è bloccata sulla via del ritorno, durante il viaggio a Bologna, dove i signori Maurizio e Mariia, si erano recati per riprendere il figlio che studiava nela facoltà di Fisica. Perché ormai le condizioni economiche della famiglia, non permettevano più al giovane di continuare con i propri studi. Mentre viaggiavano sulla via del ritorno, dal cofano dell’auto, si è sprigionato un denso fumo, costringendo gli occupanti a rivolgersi al carro attrezzi. Quest’ultimo ha caricato il mezzo e l’ha depositato, una volta raggiunta Fano, nel parcheggio di via Giustizia. Dormire al suo interno è oltremodo difficile e gravemente scomodo, in quanto l’auto è ripiena di tutto ciò che la famiglia è riuscita a portare con sé, dopo che il tribunale ha posto all’asta la casa di Cuccurano per soddisfare i creditori. Nel frattempo qualcosa si è mosso ma tutto procede in maniera molto lenta. Il Comune di Fano è riuscito ad individuare un appartamento a Bellocchi che, proprio ieri, è stato visionato con soddisfazione da Maurizio e Mariia.

Il problema è che il personale che dovrebbe perfezionare il trasferimento è in ferie e fino al 29 agosto non se ne parla. Nel frattempo alla famiglia è stato proposto di rivolgersi alla casa di riposo per anziani di San Lazzaro «ma – ha puntualizzato la signora Mariia – non ci hanno dato alcun documento che dimostrasse il nostro titolo a poter disporre di un alloggio». Così passano i giorni nel parcheggio di via Giustizia, dove gli sfrattati percepiscono qualche aiuto da persone di buon cuore, ma dove il sole picchia e l’asfalto si fa rovente. In questi giorni poi molte aziende sono chiuse e trovare un lavoro, anche temporaneo, è una cosa impossibile. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico