San Leonardo va all'asta: Fano rischia una perdita. La Fondazione interessata

L'ex chiesa di San Leonardo in via Cavour
FANO - Così, come la vediamo adesso è stata ricostruita ex novo su disegno di Prospero Selvelli e del figlio Cesare e aperta al culto nel 1820, ma la chiesa di San...

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FANO - Così, come la vediamo adesso è stata ricostruita ex novo su disegno di Prospero Selvelli e del figlio Cesare e aperta al culto nel 1820, ma la chiesa di San Leonardo, oggi sconsacrata, è molto più antica, pur essendo stata rifatta più volte.

 

La data è l’11 marzo
E’ dunque un edificio tormentato che tra poco più di un mese vedrà consumarsi un nuovo atto: l’11 marzo prossimo, infatti, sarà oggetto di una esecuzione immobiliare da parte del Tribunale di Pesaro che mette all’asta per un importo base di 327.420 euro. Un’asta, tra l’altro con esito incerto, dato che l’ex chiesa costituisce un bene vincolato dalla Soprintendenza ed è difficilmente utilizzabile per fini speculativi. Adibita dal 1973, quando fu venduta dal vescovo di Fano Costanzo Micci, a sede di incontri, presentazione di libri, conferenze e dibattiti e mostre (l’ultima riguardò l’esposizione di arredi e ricordi dello scomparso hotel Lanterna Azzurra di Fano), è stata in questi ultimi anni per la città un punto di riferimento prezioso di carattere socio-culturale e sarebbe auspicabile che continuasse ad essere adibita a uso pubblico.

Sindaco e vescovo privi di fondi
Purtroppo né il Comune né la Diocesi hanno intenzione di comprarla. «In questo momento – ha dichiarato il sindaco Massimo Seri – buona parte delle nostre risorse sono indirizzate a sostenere l’economia della città messa a dura prova dal dilagare della pandemia. Ci sono famiglie che sono state ridotte in stato di povertà e imprese che hanno bisogno di sostegno, non abbiamo quindi mezzi che possiamo distogliere da questa emergenza per acquistare San Leonardo; mi auguro che chi lo farà abbia a cuore gli interessi cittadini».

Anche il vescovo di Fano, monsignor Armando Trasarti, si è visto costretto, suo malgrado, a rinunciare; eppure il vescovo si è distinto, oltre che per il modo con cui ha guidato la Chiesa fanese, per le tante iniziative che hanno consolidato, restaurato, valorizzato, costruito ex novo diversi edifici religiosi. «Ormai mi avvio alla fine del mio mandato – ha detto il presule – e non posso imbarcarmi anche in quest’altra impresa. Tra l’altro dal punto di vista etico non mi sembrerebbe giusto ribaltare una decisione assunta da un mio predecessore. In questo momento abbiamo a che fare con tanti problemi che dell’acquisto di San Leonardo non abbiamo nemmeno parlato. Si tratta di un edificio che oltre all’esborso della cifra d’acquisto, richiede tante altre risorse per essere sistemato a modo. Oggi i tempi sono cambiati: le chiese non si vendono, se non vengono più officiate rimangono sempre adibite per usi pastorali».

Gragnola: «Valuterò»


e Comune e Curia rinunciano, potrebbe rimanere in gioco la Fondazione Carifano che ha già acquistato la chiesa di San Domenico e la chiesa di San Michele. Il presidente Giorgio Gragnola non ha detto né sì né no. Alla domanda se potrebbe fare un’offerta, ha risposto «Ci penserò!». Ma anche la Fondazione impegnata con la piscina e con palazzo Zagarelli non sembra disporre di tante chance. Non resta dunque che aspettare l’11 marzo per assistere alla sorte di questa ex chiesa già demolita nel 1445, e rifatta ancora una volta nel XVIII secolo, con l’auspicio che riacquisti nuova vita. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico