SANT'ANGELO IN VADO - Ancora un dolore indicibile a Sant’Angelo in Vado per l'ennesima tragedia. Una comunità in ginocchio. La morte nel terribile...
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In queste ore si prega per Fabrice, 11 mesi, il figlio minore della famiglia originaria del Benin, ricoverato in precarie condizioni all'ospedale pediatrico Salesi. Fuori pericolo è la madre Rosalyne, soccorsa dall'eliambulanza e portata all'ospedale regionale di Torrette di Ancona. Ha la frattura del bacino, la prognosi è di 40 giorni. Il padre Saliou Zannou, 39 anni, che guidava la Ford Focus finita per il fondo stradale viscido sull'altra corsia, è distrutto dal dolore: è tenuto sotto sedativi in osservazione all'ospedale di Urbino per ferite alle mani e un ematoma al volto.
Le bimbe erano nate a Sant'Angelo in Vado. Venerdì alle 11,45, quando è accaduto l'incidente, la famiglia andava a ritirare al commissariato di Urbino i passaporti dei piccoli che hanno la cittadinanza italiana.
"E' vero - sottolinea il sindaco vadese Giannalberto Luzi - è la terza sciagura in poco più di cinque mesi che colpisce la mia gente. Siamo tutti storditi. Come Comune, appena saremo a conoscenza del funerale, delibereremo il giorno di lutto cittadino. Il minimo che possiamo fare. Daremo il via anche a una sottoscrizione popolare con l'iniziale contributo dell'Amministrazione".
"Sono tre i nuclei del Benin - continua il sindaco Luzi -, tutti estremamente integrati. Inseriti nel paese e dentro il nostro cuore. Un grande lavoratore papà Saliou. Bravo, sempre sorridente. In tante manifestazioni religiose, la famiglia, ha partecipato numerosa con i suoi variopinti costumi dando a tutti noi segnali di estrema e bella integrazione sociale. Questa piccola umanità del Benin, a Sant'Angelo in Vado, è diventata un pezzo della nostra storia, una comunione nella comunione. Ci vorrà del tempo per uscire dall'immensa ed indescrivibile sofferenza di tutti i parenti Zannou. Noi saremo sempre vicini loro. Un amministratore, che sia primo cittadino o semplice consigliere, è anche un fratello". Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico