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PESARO - Niente servizio di Guardia medica nei giorni festivi e prefestivi di questo periodo natalizio alla sede di Pesaro in viale della Vittoria. Per la prima volta e dopo l’accorpamento della sedi di Montecchio e Gabicce Mare, la postazione cittadina per la continuità assistenziale subisce ancora un drastico ridimensionamento e proprio nei giorni delle feste. Il servizio che fino al novembre scorso era garantito a rotazione da sei medici specializzandi o di medicina generale, ora vede una disponibilità di soli tre medici, che non consente di coprire in alcune giornate il turno diurno e notturno.
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Il servizio di continuità assistenziale è al collasso e si annuncia una straordinaria pressione nel periodo festivo sul Pronto soccorso di Pesaro già in emergenza, dove inevitabilmente finiranno tanti pazienti di codice bianco e verde.
Il protocollo del Distretto sanitario
Nel documento a firma della direttrice del Distretto sanitario di Pesaro, Elisabetta Esposto si evidenzia una gravissima carenza di medici. Paola Lodolini responsabile del sindacato Fimmg Marche e Alessandro Betonica, medico guardista e referente locale Fimmg, parlano di “muro contro muro” con la Regione. E anche per gennaio la situazione della continuità non vedrà un sostanziale cambiamento.
«Si partiva da una base di 31 medici guardisti in una situazione normale – fa osservare il dottor Betonica – e invece a conti fatti complessivamente non si raggiungono i cinque medici che servirebbero a coprire i turni». Cosa fare allora con la sede di Pesaro chiusa in caso di necessità, soprattutto la notte, quando “l’ultima spiaggia” rimane il Pronto soccorso?
«In via straordinaria ed emergenziale – scrive nel protocollo operativo la dottoressa Esposto – per i turni in cui la postazione di Pesaro città non è coperta da nessun medico, sul numero di telefono fisso della sede di Guardia, sarà attivata la voce automatica che indirizzerà il paziente-utente alla postazione di continuità di Urbino (0721-301927) oppure alla postazione di Fano (0721-1932261). Si attiverà quindi un meccanismo di consulenza telefonica ma per quei sintomi o patologie ritenute urgenti e indifferibili il paziente deve comporre il 112 per la chiamata alla centrale operativa in emergenza. Sarà compito del medico di continuità di Urbino o Fano valutare se garantire un consulto telefonico, invitare l’utente se non impossibilitato, a raggiungere l’ambulatorio oppure attivare la chiamata di emergenza al 112».
Un grave disservizio
Un grave disservizio che coinvolge in modo trasversale medici e cittadini da Pesaro a Montecchio fino al confine con la Romagna. «Anche nel caso sia in servizio un solo medico su Pesaro questi difficilmente si sposterà a Montecchio per una visita e figuriamoci il medico che garantisce la copertura da Urbino – entra nel merito il dottor Betonica – è notizia di pochi giorni fa che uno dei due medici in turno diurno alla postazione di continuità assistenziale di Urbino, si è trovato a dover rispondere a 80-90 telefonate in più in arrivo, fornendo praticamente solo una consulenza telefonica ai pazienti, e con chiamata deviata automaticamente anche per chi aveva necessità del medico guardista da Pesaro o da Gabicce».
«Nessun medico verrà da fuori città»
«Da quello che risulta, nessun medico da Urbino - sottolinea Alessandro Betonica - si sposta per una visita fino a Vallefoglia e tanto meno a Pesaro. Proprio le sedi di Pesaro e Montecchio vivono il disagio maggiore mentre invece i cittadini di Gabicce Mare agganciano il servizio più vicino a Cattolica o Riccione. Va sa sé che non solo il supporto del medico di continuità diventa sempre più telefonico ma proprio i cittadini pesaresi finiranno per rivolgersi come già accade al Pronto soccorso, incrementando notevolmente gli accessi anche per patologie minori o diverse del Covid. A lungo andare il rischio è che le persone più lontane o impossibilitate a recarsi in Pronto soccorso finiscano per isolarsi e rimanere senza alcun tipo di assistenza». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico