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PESARO - Quella della maxi discarica di Riceci è una questione che scotta, innanzitutto all’interno di Marche Multiservizi, tanto che nel volgere di poco più di due settimane dall’azienda pesarese dei servizi pubblici locali si dimettono due componenti del consiglio di amministrazione per le implicazioni legate all’impianto di smaltimento di 5 milioni di tonnellate di rifiuti speciali progettato nel comune di Petriano.
La delegata dei piccoli Comuni
Margherita Pedinelli, rappresentante della cinquantina di piccoli Comuni soci di Marche Multiservizi, dopo l’ultimo cda ha comunicato all’azienda, tramite pec, la decisione di rinunciare all’incarico.
«Come ero contraria alla discarica di Monteschiantello (nel comune di Fano, al confine con San Costanzo, gestita da Aset, ndr) - afferma Margherita Pedinelli - a maggior ragione sono contraria a una discarica di questo tipo. Oltre a non condividere la parte finanziaria, non condivido tutta l’operazione, da in cima a in fondo; i piccoli comuni sono tutti contrari, quindi il mio percorso si conclude qui».
Gli step dell'acquisto di Aurora
Su proposta dell’amministratore delegato, il cda di Mms il 12 dicembre scorso aveva autorizzato all’unanimità lo stesso Mauro Tiviroli a sottoscrivere con la società Ecoservizi di San Marino l’acquisizione di Aurora srl di Rimini, titolare del progetto della discarica e dei preliminari di acquisto dei terreni, rivelandone subito il 40% (un ulteriore 20% del capitale sociale verrebbe acquisito all’autorizzazione dell’impianto, il 40% finale al momento della gestione). Pedinelli non aveva votato l’atto perché era assente a quella riunione (nel cda i rappresentanti della parte pubblica sono 5, quelli del partner industriale Hera 4).
«Operazioni di questo tipo vanno trattate con assoluta trasparenza - sottolinea l’ex sindaca - e a chi ricopre un ruolo si devono dare tutte le informazioni perché possa decidere con cognizione di causa. A quel cda non ero presente, ma sicuramente la documentazione del caso non l’hanno trasmessa prima, perché io non l’ho ricevuta. Né ho ricevuto poi il verbale».
«No all’autonomia aziendale»
«Inoltre, ritengo che per queste pianificazioni strategiche sia sbagliato il modus operandi - evidenzia Margherita Pedinelli -. Prima si deve fare un passaggio nell’Assemblea territoriale di ambito e la pianificazione si deve concordare con tutti i Comuni, perché non può essere che un Comune venga a sapere di un simile investimento attraverso la stampa. Non è possibile che un’azienda in quanto tale dica: io agisco in autonomia».
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