Il vescovo positivo al Covid rassicura: «Sto benino e continuo a lavorare»

Il vescovo di Fano Armando Trasarti
FANO - «Sto benino, oggi non ho neanche la febbre, ieri avevo alcuni gradi sopra 37, per il resto avverto i sintomi comuni: un po’ di tosse e mal di schiena. Ma sono...

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FANO - «Sto benino, oggi non ho neanche la febbre, ieri avevo alcuni gradi sopra 37, per il resto avverto i sintomi comuni: un po’ di tosse e mal di schiena. Ma sono qui che lavoro». Monsignor Armando Trasarti risponde al telefono nel suo studio presso l’episcopio. La sua voce è brillante, non accusa nessuna flessione e questo è l’indice più significativo perché chi è malato di Covid-19, proporzionalmente alla gravità della compromissione dei polmoni, non riesce a parlare.

 

L’apprensione dei fedeli
La comunità della diocesi di Fano Fossombrone Cagli Pergola è in apprensione da quando si è diffusa la notizia che il vescovo ha contratto il coronavirus. «Attualmente è paucisintomatico (sintomi lievi) lamentando solo febbricciola - ha fatto sapere l’ufficio stampa, dopo aver ricevuto l’avallo del dottor Gabriele Frausini - . Non accusa disturbi respiratori e satura bene in aria ambiente. Viene attentamente seguito da un punto di vista clinico».

La preoccupazione dei fedeli e di quanti conoscono e stimano il vescovo è alimentata dal pensiero che Armando Trasarti tuttora, con cadenza ciclica, svolge sedute radioterapiche contro la patologia tumorale che ne insidia il fisico da una decina d’anni, rendendo ancora più tenace e grintosa la sua tempra morale.

Oltre alla voce, anche l’umore è buono, conservando la capacità di scherzare. «Non sto morendo - sdrammatizza monsignor Trasarti -. Era da aspettarsi che diventassi positivo avendo appreso che aveva contratto il virus il mio segretario, don Luca, considerati i nostri frequenti contatti. Comunque, la saturazione (ovvero l’ossigenazione del sangue, ndr) è buona: ho 98 e 99 per cento. Sono seguito a distanza dai medici e resto in isolamento».

Don Luca Santini a sua volta è isolato nella sua abitazione di Fratte Rosa, con sintomi non gravi e una buona ossigenazione, che non richiedono l’ospedalizzazione. La serena fiducia del vescovo è stata sottolineata ieri anche dall’ufficio stampa della diocesi che ha voluto rassicurare la comunità escludendo che la curia viva una condizione di particolare emergenza.

«Le suore vicine al vescovo, negative al Covid dopo il secondo tampone - sottolinea la nota diffusa ai media -, continuano la loro vita attenendosi con prudenza ai protocolli. I preti della Casa del clero hanno fatto il tampone preventivo e sono in attesa della risposta, ma tutti non hanno sintomi particolari. Nessun altro prete, parroco e addetto degli uffici in diocesi è malato di Covid o in quarantena anche solo preventiva. Gli uffici della curia sono regolarmente aperti attenendosi, con scrupolo, come gli altri uffici pubblici, alle norme e ai protocolli».

La Giornata del malato


Nell’occasione la diocesi ribadisce la vicinanza pastorale ai sofferenti. «La celebrazione della Giornata del malato, l'11 febbraio (che ricorre oggi, ndr) - continua la comunicazione -, ci vedrà ancor più impegnati nel pregare e nell’affrontare con maturità questo tempo che consideriamo sempre e comunque nelle mani di Dio e quindi capace di offrirci la possibilità di essere migliori mettendo al centro la persona e non il profitto, il prendersi cura e non l’indifferenza». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico