Studente si rifiuta di stare a scuola con la mascherina, la direttrice chiama i vigili e lo portano all'ospedale

La polizia locale davanti all'istituto Olivetti
FANO - Si è protratta ben oltre un semplice atto dimostrativo la protesta di uno studente che frequenta l’istituto Olivetti che si è rifiutato di indossare la...

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FANO - Si è protratta ben oltre un semplice atto dimostrativo la protesta di uno studente che frequenta l’istituto Olivetti che si è rifiutato di indossare la mascherina in classe. Ieri il giovane, maggiorenne, persistendo il suo atteggiamento, è stato prelevato da scuola e accompagnato dai vigili urbani all’ospedale Santa Croce, affinché fosse visitato dai medici e da qui trasferito all’ospedale di Muraglia dove per prima cosa gli hanno fatto il tampone.

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Già nei giorni precedenti, rifiutandosi di rispettare le norme in vigore, era stato allontanato anzitempo dalla classe, finché ieri non è stato deciso di sottoporlo alle cure dei sanitari, valutando, pare, anche il ricorso ad un Tso. Le ragioni di un simile comportamento andrebbero ricercate in una insofferenza fisica nell’indossare la mascherina, accompagnata da un convinto rifiuto verso un provvedimento governativo ritenuto illegittimo. In sua difesa ha fatto ricorso al giudice tutelare e alla Procura il costituzionalista Lamberto Roberti, anche sostenitore della libertà di non indossare la mascherina, il cui obbligo viene ritenuto dallo stesso lesivo di un diritto individuale e quindi ritenuto alla stregua di un abuso di potere.

La soluzione, secondo quest’ultimo sarebbe stata quella di assegnargli un posto a debita distanza dai suoi compagni di classe; così facendo si sarebbe rispettata la sua volontà e al tempo stesso, pur mantenendolo in aula, sarebbe stata tutelata la sicurezza degli altri. Tutelare la sicurezza degli altri studenti, nell’intento di rispettare le regole, è stato in un altro modo, l’obiettivo principale della dirigente dell’istituto Eleonora Maria Augello. «Esistono – ha detto – delle precise prescrizioni sanitarie che provengono da decisioni governative, ed è nostro dovere rispettarle per la sicurezza dei nostri ragazzi e delle loro famiglie.

E’ chiaro che in tutti questi giorni, presentandosi un caso così difficile, il nostro primo intento è stato quello di svolgere un compito educativo, facendo riflettere il ragazzo e chiunque si trovi nel sostenere posizioni di questo genere delle conseguenze a cui si può andare incontro. Ognuno ha il diritto di manifestare la sua libertà di pensiero, criticando anche le leggi e i regolamenti, ma lo può fare senza mancare al rispetto degli altri. Apprezzo – ha aggiunto la preside Augello – anche il coraggio di chi va contro corrente, ma non posso consentire che ci si faccia giustizia da soli».

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Corriere Adriatico