Contro il biodigestore oltre 500 sfilano in centro storico a Fano: «Nessun altro può decidere sul nostro territorio»

Contro il biodigestore oltre 500 sfilano in centro storico a Fano: «Nessun altro può decidere sul nostro territorio»
FANO - «Nessun altro può decidere sul nostro territorio». Lo slogan è stato ripetuto alla partenza del corteo contro il progetto del bio-digestore a...

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FANO - «Nessun altro può decidere sul nostro territorio». Lo slogan è stato ripetuto alla partenza del corteo contro il progetto del bio-digestore a Barchi di Terre Roveresche ed è risuonato come un’implicita censura all’operato dell’amministrazione fanese. Un’intera fetta di entroterra si è riversata nel centro storico della nostra città, oltre 500 persone provenienti da Terre Roveresche, Mondavio e Fratte Rosa lo hanno attraversato dal Pincio fino a piazza 20 Settembre, dove il comitato organizzatore ha spiegato le proprie ragioni. 

 

Dal Pincio alla piazza

Raduno alle 18.30 di ieri e partenza una mezzoretta più tardi, quando il già rilevante gruppo di persone è stato raggiunto dall’ultimo pullman dei manifestanti. Accompagnato dalle canzoni e dalle marcette di una banda musicale, preceduto dai tre amministratori pubblici con la fascia tricolore a tracolla (il sindaco di Terre Roveresche, Antonio Sebastianelli, il suo collega di Fratterosa, Alessandro Avaltroni, e il vice sindaco di Mondavio, Davide Albani), il corteo si è messo in marcia mentre il megafono rilanciava slogan come: «Nessuno calpesti i nostri diritti» oppure «No al bio-digestore a Terre Roveresche» o «Difendiamo il territorio di cui siamo custodi, non padroni».


Prima di tutto, però, l’invito a fare in modo che la manifestazione risultasse civile e composta, come in effetti è stato. Nel gruppo dei manifestanti anche alcuni consiglieri comunali della maggioranza fanese (Edoardo Carboni della lista Noi Giovani, Enrico Fumante ed Enrico Nicolelli del Pd, Giampiero Pedini della lista Noi Città) e alcune figure note della politica fanese. Nutrita la presenza di carabinieri, personale del commissariato sia in divisa sia in borghese e agenti della polizia locale. 

Una volta in piazza il presidente del comitato organizzatore, Mauro Biagioli, ha ironizzato sulle divisioni nella maggioranza politica locale («C’è ancora un sindaco a Fano?») e non ha nascosto il rammarico di «non avere visto Massimo Seri qui tra noi in piazza». Un altro rimprovero è stato rivolto all’assessore comunale Samuele Mascarin, per non avere accettato l’invito a un confronto con gli amministratori e la popolazione della zona interessata dal progetto sul bio-digestore. 

Le ragioni del no
Poi il riepilogo sui motivi del dissenso: dimensioni eccessive dell’impianto, zona agricola carente dei servizi richiesti dal progetto, strade malridotte, possibilità di ritrovamenti archeologici, viabilità decentrata, aumento esponenziale del traffico pesante e altro ancora. In piazza il sindaco di Terre Roveresche, Antonio Sebastianelli, chiedeva «rispetto istituzionale».

In tutta evidenza non ne ha trovato nell’amministrazione fanese e in particolare nella vicenda della manifestazione d’interesse sul bio-digestore e del possibile utilizzo dell’area a Ca’ Rafaneto di Barchi: «Non si fa, è come se i Comuni dell’entroterra ipotizzassero di costruire un impianto a ridosso delle antiche mura a Fano». Non piace affatto, né a Terre Roveresche né agli enti locali dell’immediato circondario, la linea adottata dall’amministrazione fanese. Sebastianelli ha confermato l’esposto all’autorità di controllo e alla Corte dei Conti contro la manifestazione d’interesse.

 

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Corriere Adriatico