Pesaro, stretta anti Covid sulla movida: mascherine obbligatorie e controlli in borghese

Pesaro, stretta anti Covid sulla movida: mascherine obbligatorie e controlli in borghese
PESARO - Un deciso giro di vite alla movida pesarese: la Prefettura di Pesaro, dopo la riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza Pubblica reagisce...

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PESARO - Un deciso giro di vite alla movida pesarese: la Prefettura di Pesaro, dopo la riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza Pubblica reagisce così all’aumento dei contagi e agli “eccessi” ferragostani. 


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Mascherine e distanziamento obbligatori dalle 18 in qualsiasi luogo a rischio di assembramento, anche all’aperto, soprattutto nelle zone più frequentate dai giovani sono solo la punta dell’iceberg: il Prefetto Lapolla annuncia controlli serratissimi, aumento delle pattuglie in borghese per sorvegliare i luoghi più affollati e multe da 400 euro, con chiusura del locale e ritiro della licenza per i trasgressori nei casi più gravi Perentorio l’invito ai gestori a controllare in primis che la propria clientela rispetti le norme anticovid e a segnalare tempestivamente alla Polizia assembramenti negli spazi antistanti ai propri esercizi. 
 
Preoccupata la reazione di Confesercenti e Confcommercio: «Concordo coi controlli, ma ci vuole criterio- afferma Alessandro Ligurgo, responsabile Confesercenti- nessuno meglio del Prefetto Lapolla e del nuovo comandante della Polizia, Francesca Muzzini conosce il da farsi, ma le zone a rischio assembramento a Pesaro le conosciamo tutti e i controlli devono essere mirati, con multe tali da indurre a non continuare con l’illecito: mi riferisco a quanto accaduto a Ferragosto, un episodio grave per il quale chiediamo chiarezza all’amministrazione comunale. Come è possibile che le pattuglie siano giunte a festa finita e che solo due stabilimenti siano stati multati e non siano stati chiusi? Inutili i mea culpa: chi organizzava sapevache sarebbe successo ad una festa che richiama centinaia di persone, ma forse era più conveniente rischiare la sanzione di 400 euro invece che rinunciare all’incasso. Non si può per salvare la stagione mettere a repentaglio il lavoro di quelle attività che anche dopo l’estate dovranno lavorare in condizioni rese ancora più incerte dai comportamenti irresponsabili di pochi, quando eravamo quasi riusciti ad azzerare i contagi. Qualcuno mi ha detto che l’estate c’è una volta sola. No: di estati ce ne saranno altre ma solo se ci atteniamo alle regole». 
La caccia alle streghe

«Temiamo una caccia alle streghe - incalza Davide Ippaso, di Confcommercio - le colpe di pochi non devono ricadere sulle spalle di tutti: ho ricevuto molte telefonate preoccupate dagli esercenti, che si trovano questa ulteriore spada di Damocle sulla testa, costretti a fare i gendarmi dinanzi una clientela che ha abbassato la guardia , quando chi veramente ha causato, e con dolo, assembramenti, se l’è cavata con 400 euro di multa. Una situazione di ansia e incertezza che ci potevamo risparmiare se ci fosse stato solo un po’ di senso civico: mettiamoci in testa che un secondo lockdown significherebbe il tracollo». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico