Servono posti letto: piano Covid per le dimissioni rapide dei pazienti non gravi

Pesaro, servono posti letto: piano Covid per le dimissioni rapide dei pazienti non gravi
PESARO - Numeri e segnali di affanno per la mancanza di posti letto Covid al San Salvatore, che hanno spinto il responsabile del Pronto Soccorso Umberto Gnudi, a proporre ai...

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PESARO - Numeri e segnali di affanno per la mancanza di posti letto Covid al San Salvatore, che hanno spinto il responsabile del Pronto Soccorso Umberto Gnudi, a proporre ai medici Marche Nord dell’Unità di crisi per l’emergenza, un percorso alternativo per liberare posti letto nelle aree di semi intensiva ed evitare di congestionare il Pronto soccorso, guardando già all’evoluzione del virus nei prossimi mesi.

 

E’ per questo si è aperto un ragionamento interno all’Unità di crisi ospedaliera sull’opportunità di creare un “ambulatorio di rientro” in funzione interdipartimentale, per seguire con percorsi clinici e di cura a sé stanti, quei pazienti Covid, in fascia più giovane o di mezza età, che presentano aspetti epidemiologici meno seri, tali da non richiedere un’ospedalizzazione prolungata, ma che al tempo stesso hanno necessità di cura e assistenza, prima di poter essere dichiarati guariti dal virus. 
L’ipotesi
Per ora è un’ipotesi da vagliare, che Marche Nord in vista di una nuova riorganizzazione per far fronte alla carenza di posti letto e medici, soprattutto anestesisti, potrebbe definire nel giro di qualche settimana. Intanto con tre aree sub intensive e altrettante sale intensive da poco riconvertite in rianimazione “sporche”, il San Salvatore è già sotto pressione. Le sub intensive, aree di Medicina interna dotate di apparecchi di ventilazione assistita, sono al momento più in affanno con posti letto quasi saturi. L’ultima rimodulazione decisa dall’azienda ospedaliera, vede da ieri la sospensione dei piccoli interventi di chirurgia programmata in Day surgery al Santa Croce d Fano. Restano invece confermate le attività urgenti per tutte le patologie e per l’oncologia al Blocco operatorio. Una decisione di sospensione questa dettata dalla mancanza di medici anestesisti sufficienti a coprire i reparti Covid riconvertiti al San Salvatore. Riassetti e cambi in corsa trasversali con l’obiettivo per Marche Nord di reclutare altro personale medico necessario. Sono in questo momento le sub intensive ad accusare il carico maggiore, con circa 40 posti occupati , a cui si aggiungono i posti di Malattie infettive con circa una ventina di pazienti. 
Il piano
Analizzando l’attuale situazione ospedaliera, si inserisce la strategia del direttore del Pronto Soccorso, Gnudi illustrata ai medici dell’emergenza-urgenza dei due presidi ospedalieri e ai medici dei reparti Covid. Tutto parte dalla necessità di accorciare i tempi dei ricoveri di pazienti Covid in condizioni tutto sommato di minore gravità o virulenza del virus, liberando così con un turn over più veloce posti letto dedicati alle urgenze. 
Un paziente che entra per Covid infatti anche in condizioni meno serie o comunque stabilizzato con la terapia dovuta, ha per conseguenza un tempo di ricovero lungo nei reparti “sporchi”. La proposta di Gnudi condivisa con gli altri primari dei reparti Covid punta a organizzare nell’eventualità ambulatori interni a sé stanti intraospedalieri, dove accogliere e rivedere quei pazienti, magari dimessi precocemente, ma che proseguono la terapia a domicilio. Pazienti, che non possono rientrare per le proprie condizioni, in un percorso di trasferimento nelle strutture riconvertite Covid sul territorio, considerando che l’unica adibita è Galantara ed è praticamente al completo fra trasferimenti ospedalieri e altri provenienti da altre strutture marchigiane. Il percorso così come è stato anticipato, vedrebbe il coinvolgimento però dei soli medici internisti di Marche Nord ma se così fosse, il progetto si scontrerebbe con la mancanza di medici tali da coprire tutti i reparti Covid, compreso un percorso di rientro all’interno della struttura ospedaliera. 


Per trovare un’applicazione concreta i vertici Marche Nord e i primari che compongono l’Unità di crisi, di cui è parte anche il responsabile del Pronto soccorso, dovranno cercare l’appoggio e il coinvolgimento dell’Area Vasta 1 o di altre strutture private convenzionate, per la presa in carico dei pazienti in condizioni stabili, ma al tempo stesso ancora fragili, programmando eventuali accessi di controllo e terapie all’interno della struttura ospedaliera. E’ possibile un supporto al progetto dei medici territoriali di continuità assistenziale Usca, ma se Marche Nord intende rendere concreto il percorso con medici integrativi del territorio, dovrà allora aprire un confronto con la direzione Asur.

 

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Corriere Adriatico