Pesaro, Simona denuncia: «Mio padre morto di Coronavirus, noi abbandonati senza tamponi»

Pesaro, Simona denuncia: «Mio padre morto di Coronavirus, noi abbandonati senza tamponi»
PESARO - Simona ha perso suo padre quasi 90enne, positivo al Coronavirus a fine marzo. Ma ad oggi né lei né i fratelli, a contatto con l’anziano padre sono...

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PESARO - Simona ha perso suo padre quasi 90enne, positivo al Coronavirus a fine marzo. Ma ad oggi né lei né i fratelli, a contatto con l’anziano padre sono stati chiamati da Asur per il tampone. «La sola telefonata che abbiamo ricevuto – racconta Simona, provata da questa situazione – è arrivata dal Servizio Igiene, che ci ha solo riferito di restare in casa e continuare la quarantena. Credo come per tante altre famiglie che si trovano in situazioni purtroppo simili, sia importante eseguire comunque il test di verifica, ancora di più se come nel nostro caso, ci sono stati contatti diretti con familiari malati o che purtroppo in ospedale non ce l’hanno fatta».


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E’ una storia singolare. «Mio padre aveva subito il 9 marzo un intervento alle coronarie ma è sempre stato un uomo energico nonostante l’età e gli acciacchi. Il 12 marzo è stato dimesso dalla terapia intensiva per l’emergenza Covid che si stava diffondendo al San Salvatore e per la mancanza di posti letto necessari ad accogliere i pazienti in arrivo nelle intensive».
 

«Ritornato a casa dopo alcuni giorni ha manifestato febbre e difficoltà a respirare, così il 24 marzo è stato ricoverato di nuovo e subito è risultato positivo al virus, che già fragile, forse aveva contratto in ospedale. Dopo soli due giorni è mancato». Ad una situazione già dolorosa per la perdita di un familiare, senza neppure la possibilità dell’ultimo saluto, si somma la preoccupazione degli altri familiari con sintomi e costretti alla quarantena. Simona ha ricevuto la telefonata Asur dove gli operatori visti i tempi dall’ultima visita al padre, le hanno comunicato di non preoccuparsi, perché non più a rischio, ma senza nessun tampone che lo confermasse. Diversamente suo fratello e la sorella, si sono ammalati con sintomi e sono rimasti in isolamento, ma ad oggi non hanno ricevuto nessuna chiamata per il tampone. «Anche ai sanitari del 118 chiamati per visitare mia sorella – racconta Simona – era stata fatta la richiesta di tampone ma anche in questo caso le è stato riferito di rivolgersi e allertare un altro numero verde. Ora attendiamo e vedremo se nelle prossime settimane i miei familiari potranno essere sottoposti al test». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico