Coop con disabili cessa dal servizio di raccolta differenziata, la Diocesi bacchetta Aset: «Responsabilità etica»

I lavoratori della cooperativa Contatto
FANO - La Diocesi di Fano bacchetta Aset per la vicenda della coop Contatto, rimasta senza contratto per il servizio di raccolta differenziata svolto fino allo fine dello scorso...

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FANO - La Diocesi di Fano bacchetta Aset per la vicenda della coop Contatto, rimasta senza contratto per il servizio di raccolta differenziata svolto fino allo fine dello scorso dicembre. Gli amministratori della società per i servizi «si assumano la responsabilità morale» riguardo alla scelta di lasciar decadere il servizio che impiegava cinque lavoratori (tre dei quali con disabilità) nel settore della raccolta differenziata.

 

 

Il codice degli appalti
«Aset spa non si può trincerare dietro la semplice applicazione del codice degli appalti», afferma Gabriele Darpetti, direttore dell’ufficio diocesano per i problemi sociali e il lavoro. Prosegue Darpetti: «Non è mai solo una questione tecnica, ma è sempre una questione di scelte e di priorità, che mi auguro siano state assunte con cognizione di causa dal consiglio di amministrazione. In una società per azioni, infatti, sono gli amministratori a fare le scelte, quindi ritengo giusto che si assumano la responsabilità morale».

Darpetti ribadisce che «il sociale riguarda tutti, a maggior ragione a una società i cui proprietari sono i Comuni del territorio», e ritiene inoltre che i cinque lavoratori della coop Contatto sarebbero stati tutelabili, a norma di codice degli appalti, da «strumenti, come le clausole sociali. Basta solo avere la volontà di utilizzarle». Darpetti si augura in conclusione «un pronto ripensamento di Aset», ricordando che «il lavoro è il bene più prezioso e deve essere affidato nella logica della coesione territoriale, tenendo conto dei diritti e dei bisogni di una intera comunità».

Il circolo Gramsci allibito


Si dichiara «allibito» il circolo Gramsci di Fano. La vicenda della coop Contatto sollecita una domanda: «Com’è stato possibile che i vari uffici comunali e Aset, a ognuno la propria competenza, non siano riusciti a trovare la soluzione a un problema agevolmente risolvibile?». Il Gramsci sostiene che «i dirigenti sono chiamati a trovare soluzioni congrue nello spirito della legge, senza eccessive paure di commettere illegalità, dietro cui, quando la politica abdica al proprio mandato, ci si nasconde con atteggiamenti burocratici e formali dannosi per tutta la comunità». Per «vari partiti e gruppi consiliari» c’è la stoccata finale: «Non credono che, garantendo quei cinque posti di lavoro, si realizzi quel bene pubblico di cui ci si riempie la bocca quando si parla di Aset?».

 

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Corriere Adriatico