Il Covid anche a Casa Serena. Le ospiti in quarantena: «La Regione ci deve aiutare»

L'ingresso di Casa Serena a Fano
FANO - Il Covid è penetrato anche nella residenza protetta di casa Serena che, grazie all’impegno e alla dedizione delle suore orionine, accoglie ragazze e donne...

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FANO - Il Covid è penetrato anche nella residenza protetta di casa Serena che, grazie all’impegno e alla dedizione delle suore orionine, accoglie ragazze e donne disabili. Anche se ora, come ha dichiarato Agnese Bracci che all’interno della struttura svolge un compito amministrativo, la situazione è sotto controllo, quando il virus è penetrato si è sparso con grande rapidità, tanto da rendere necessario il trasferimento di 9 ospiti positive nella Rsa di Macerata, mentre le altre vengono curate in sede.

 

Trenta degenti
In totale le ragazze degenti sono una trentina. Per fortuna, alcune sono asintomatiche, mentre altre hanno manifestato solo sintomi lievi, quindi la situazione clinica di tutte è risultata piuttosto tranquilla e ben controllata. «Il nostro problema principale – ha detto la dirigente – oltre quello di sostenere la spesa aggiuntiva per tutto il materiale occorrente, nonostante il grande aiuto fornitoci, in termini di camici, mascherine e altri presidi dall’Unitalsi, dalla cooperativa Tre Ponti e dal Mov (movimento orionino di volontariato), è quello di reperire alcuni infermieri volontari. Al momento possiamo contare sull’aiuto di un infermiere che ci è stato messo a disposizione dal distretto sanitario, ma non basta, ne servirebbero almeno altri 2. Per fortuna a svolgere il servizio ci sono anche le suore, titolate dal vecchio diploma di infermiere generico e soprattutto dalla loro pluriennale esperienza, che costituiscono la vera grande risorsa di Casa Serena».

Nessuno può entrare
Tutti al momento sono in quarantena e anche le forniture di tutto ciò che serve ai bisogni quotidiani vengono prenotate telefonicamente e acquisite dai venditori all’esterno dell’edificio. Nessuno può entrare all’interno della casa. Tutte le ragazze, non appena scoppiata l’epidemia, sono state separate e da giorni vengono assistite e curate ciascuna all’interno della propria cameretta. Sono stati segnalati i percorsi e assunte tutte le precauzioni per favorire al più presto il ritorno alla normalità. Proprio oggi è stato fissato un incontro degli operatori con l’assessore regionale alla sanità per supplire al bisogno di una maggiore assistenza. 

«Un bisogno – ha aggiunto Agnese Bracci – che non è solo il nostro, ma viene evidenziato anche da altre organizzazioni private che si dedicano all’assistenza delle persone più fragili. Così mi hanno riferito Coos Marche, Ascop, Emergency, tutte si trovano nella stessa difficoltà. E’ vero che l’apparato pubblico per l’enorme servizio che è chiamato a sostenere, si trova nelle condizioni di assumere tutti coloro che sono disponibili, perfino coloro che sono sul punto di laurearsi, ma anche il privato si trova in uno stato di bisogno. Mi auguro che oggi dalla Regione provenga una risposta risolutrice, noi nel nostro picciolo stiamo facendo tutto il possibile!».

Da 20 giorni sotto pressione


E’ da una ventina di giorni che Casa Serena è sotto pressione e qualsiasi aiuto che giunga dall’esterno è ben gradito. Il volontariato esprime un aspetto prezioso ed insostituibile.
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Corriere Adriatico