Fano, attacco alla Carnevalesca I carristi segnalano 5 punti critici

Da sinistra Furlani, Sorcinelli e Chiappa
FANO - Processo al Carnevale. Carristi fanesi e gruppi mascherati chiedono un rapido cambio di rotta agli organizzatori delle sfilate allegoriche. Per loro hanno preparato una...

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FANO - Processo al Carnevale. Carristi fanesi e gruppi mascherati chiedono un rapido cambio di rotta agli organizzatori delle sfilate allegoriche. Per loro hanno preparato una lista di cinque doglianze, ma tutto ruota intorno al secondo punto.


È l’accusa di figli e figliastri, di una «sperequazione nel trattamento economico degli operatori». L’ha detto Giovanni Sorcinelli, portavoce dell’area critica. Secondo i suoi calcoli, «su 67.000 euro complessivi per realizzare i carri, all’Acf (Associazione carristi fanesi) ne sono stati riconosciuti 51.000 e solo 16.000 ai gruppi Fantagruel e Furlani-Gommapiuma per caso». Nella quota per l’Associazione carristi Sorcinelli non conteggia i 40.000 euro finanziati dal Comune di Pesaro per l’allegoria rossiniana “La calunnia è un venticello”.

L’operato di Ente Carnevalesca e Amministrazione comunale è stato contestato ieri durante un incontro al Pino bar cui hanno partecipato anche Mauro Chiappa, di Fantagruel come Sorcinelli, Paolo Furlani e un nutrito gruppo di Gommapiuma per caso.

Il primo affondo è stato per l’aspetto organizzativo e per i programmi della Carnevalesca: «L’edizione 2018? Una copia sbiadita della precedente». Si arriva al sodo con il secondo punto nell’elenco delle criticità: «Iniqua e inaccettabile – ha proseguito Sorcinelli – la disparità nel distribuire le risorse tra i gruppi. Si è scelto di investire 85.000 euro sul carro rossiniano, quando con un’identica somma si sono realizzati tre carri nel 2017».

Sorcinelli ha poi sostenuto che la previsione iniziale della spesa era pari a «60.000 euro» e che proprio da Acf «è nata la lista che avrebbe vinto le elezioni dell’Ente Carnevalesca». Poi l’affondo su un presunto conflitto d’interesse: moglie e marito come controllore-controllato, cioè Francesca Rosciglione vicepresidente della Carnevalesca e Rube Eugenio Mariotti di Acf. I dissidenti sono quindi passati all’analisi del bilancio per tagliare eventuali linee difensive della Carnevalesca.

«Il taglio degli investimenti sui carri – ha detto Sorcinelli – è stato superiore al 50 per cento. Si trattava di 120.000 euro nel 2017, si è passati a 67.000 quest’anno. La presidenza sostiene che la precedente gestione ha lasciato i conti in disordine, ma qualcosa non torna. Nel bilancio riguardante il Carnevale 2016 il disavanzo è di 8.000 euro. Perché, allora, la scure è calata sull’edizione 2018 e non sull’anno prima, come vorrebbe una logica successione temporale? Chiediamo quindi le ragioni delle disparità, nel trattamento economico per i gruppi, e dei minori investimenti».

La quinta e ultima bacchettata è per la politica. L’Amministrazione fanese è rimproverata di essere «entrata a gamba tesa» nella vicenda, «di essersi mostrata succube dei pesaresi anche in questo caso e di non essere stata arbitro imparziale». Da queste considerazioni la richiesta di convocare un tavolo di confronto fra tutti gli attori del Carnevale.


La presidente della Carnevalesca, Maria Flora Giammarioli, ha annunciato per oggi una replica, anticipando che i contestatori «hanno sparato cifre per sentito dire: il nuovo carro su Rossini è costato 74.000 euro e l’Ente ha contribuito con 14.000 euro per Acf, il resto l’hanno dato il Comune di Pesaro, 40mila euro, e quello di Fano, 20mila. A Fantagruel, invece, sono stati riconosciuti 13.000 euro. Quanto ai conflitti d’interesse, si guardino allo specchio». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico