OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
PESARO Accusavano gli agenti di polizia penitenziaria di averli picchiati. Ma a davanti al giudice ci sono finiti 3 detenuti accusati di calunnia. Uno di loro è Zakaria Safri, 40enne marocchino, all’ergastolo per l’omicidio di Sabrina Malipiero, la donna uccisa con 11 coltellate il 13 luglio 2018 in via Pantano.
I fatti
L’intera vicenda è partita da alcune lettere manoscritte indirizzate alla procura di Pesaro con cui 3 detenuti denunciavano di essere stati picchiati, minacciati, percossi, calunniati dagli agenti della polizia penitenziaria.
Episodi e testimoni
Ricevute le lettere in procura, sono partite le indagini che hanno permesso agli inquirenti di far luce sugli episodi, ascoltare testimoni, scagionare gli agenti e al contrario indagare i tre estensori per calunnia. Secondo l’accusa infatti, i detenuti avevano scritto le querele di loro pugno, con lettere autografe, incolpando gli agenti di polizia penitenziaria, pur sapendoli innocenti, di queste condotte. Davanti al gup si sono costituiti parte civile 12 agenti, sette di loro sono assistiti dall’avvocatessa Marilù Pizza del foro di Pesaro. Il legale ha chiesto un risarcimento di 35 mila euro ciascuno. Ieri Zakaria Safri, difeso dal legale Laura Biagioli, è stato rinviato a giudizio davanti al giudice monocratico con udienza fissata per il 5 luglio. Il ragazzo italiano ha patteggiato 1 anno e 4 mesi con pena sostitutiva dei lavori di pubblica utilità e risarcimento per parte civile per 1800 euro. L’altro indagato, uscito dal carcere, risulta irreperibile. Le ricerche sono state protratte fino al 2024.
Corriere Adriatico