Pesaro, ricorso alla Corte europea dei Cinque Stelle per Banca Marche

L'assemblea dei risparmiatori di Banca Marche
PESARO - Tanti risparmiatori, tra cui molti anziani, alcuni arrivati da fuori città, in buona parte azionisti e obbligazionisti di Banca Marche, e in qualche caso di Banca...

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PESARO - Tanti risparmiatori, tra cui molti anziani, alcuni arrivati da fuori città, in buona parte azionisti e obbligazionisti di Banca Marche, e in qualche caso di Banca Etruria, hanno partecipato venerdì sera all'assemblea organizzata nella sala della Provincia.


Hanno perso tutto. E ora si aggrappano a quella speranza lanciata dal Movimento Cinque Stelle con il ricorso legale alla Corte di giustizia europea dei diritti dell’uomo. «Un ricorso assolutamente gratuito - ha ricordato in apertura il consigliere Cinque Stelle Federico Alessandrini - pagato con il taglio degli stipendi dei parlamentari pentastellati».

A promuoverlo, l’europarlamentare M5S David Borrelli: «Un anno e mezzo fa abbiamo presentato a Strasburgo la situazione delle banche venete, convinti che quella fosse una situazione isolata. E’ servito a poco, ma da lì ci è venuta l’idea, sviluppata con alcuni studi, di presentare il ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo».

L’avvocato Gaetano Filograno ha aggiunto che «il ricorso non va a sostituirsi alle azioni intraprese in sede nazionale, ma opera su un piano parallelo, lo stiamo portando avanti anche per coloro che hanno fatto le transazioni».

A fine serata sono stati raccolti 70 moduli firmati da parte di chi è intenzionato a presentare il ricorso Cedu. «Chi ha bisogno di aiuto nella compilazione dei moduli ritirati o vuole aggiungersi all’azione, può recarsi nella sede del nostro movimento in via Diaz, lunedì pomeriggio dalle 17 alle 19» spiegano i consiglieri comunali M5S Francesca Frenquellucci e Fabrizio Pazzaglia.

C’era anche Sandro Forlani, presidente dell’associazione Dipendiamo Banca Marche, che ha indicato la linea: «Con l’azione legale andremo a chiedere come danno il prezzo pagato per acquistare le azioni. Se sono stati spesi 1.000 euro, chiederemo 1.000 euro. Non vogliamo adesso fare la trattativa con l’Ubi, la trattativa deve rimenere in mano a Bank Italia, Governo e Bad bank». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico