Piano dei rifiuti, coro di critiche. «Previsioni a misura di Mms», domani prevista l'adozione

La discarica di Ca' Asprete di Tavullia
PESARO - I sindaci tacciono, tanto più coloro che governano i territori su cui incidono le scelte (o le non scelte) del piano provinciale dei rifiuti che l’Assemblea...

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PESARO - I sindaci tacciono, tanto più coloro che governano i territori su cui incidono le scelte (o le non scelte) del piano provinciale dei rifiuti che l’Assemblea territoriale di ambito ha finalmente predisposto, in ritardo di 5 anni rispetto alle tempistiche del piano regionale del 2015. 

 

La mancata programmazione
Ma in vista della convocazione di domani dei sindaci di tutta la provincia, chiamati ad adottare con sollecitudine il piano d’ambito affinché la Regione lo possa esaminare ed approvare entro la fine dell’anno per non incorrere in una procedura di infrazione dell’Unione europea, intervengono con forti critiche un comitato cittadino e le opposizioni consiliari; più precisamente l’associazione Diversamente, che ha raccolto oltre cinquemila firme contro il biodigestore progettato da Green Factory a Talacchio di Vallefoglia, la Lega di Fano e la minoranza di San Costanzo.

Soggetti con sensibilità e interessi diversi che, tuttavia, concordano sulla medesima censura per un piano giudicato a misura del principale gestore dei servizi in provincia,ovvero Marche Multiservizi.

«Da un primo esame del documento sembra emergere che chi dovrebbe assumersi la responsabilità di una programmazione - afferma Diversamente - si defila, sposando appieno le tesi di chi vuole costruire il digestore a Talacchio».

Il riferimento è alla riserva della regolazione del libero mercato per gli impianti di lavorazione dei rifiuti; l’associazione rileva la consonanza di argomentazioni tra Ata e Mms sull’esclusione di tali strutture dalla programmazione pubblica ma obietta, citando il testo unico ambientale, che è competenza della Provincia “l’individuazione delle zone idonee alla localizzazione degli impianti di smaltimento dei rifiuti, nonché delle zone non idonee alla localizzazione di impianti di recupero e di smaltimento dei rifiuti”.

Constatando la scomparsa del Tmb già presentato alla popolazione di Tavullia, di cui nel 2020 era stato avviato l’iter autorizzativo, il comitato di Vallefoglia rileva che nel piano viene dimenticata «la legge regionale sul compostaggio aerobico di comunità e tutto ciò che prevede per i comuni» e che «si decantano le lodi della digestione anaerobica con dati tutti da dimostrare e coefficienti moltiplicativi alquanto discutibili».

«Noi continueremo - osserva Diversamente - la nostra “impresa” di dare voce ai cittadini i quali hanno già espresso il loro dissenso e sino ad ora sono stati del tutto inascoltati».

L’unica azienda provinciale
Dello stesso tenore le contestazioni della Lega. «Un piano d’ambito provinciale dei rifiuti da cui risulta evidente la strategia di favorire Marche Multiservizi - afferma il partito di Fano -, con l’avallo della Provincia che lo ha proposto per arrivare ad un unico gestore dei rifiuti nella provincia di Pesaro e Urbino che, guarda caso, sarebbe proprio Mms. Un piano d’ambito che prevede un biodigestore anaerobico di capacità non inferiore a 95.000 tonnellate all’anno (che guarda caso è proprio quello proposto da Mms) e che dal 2027, a seguito della chiusura (con il conferimento dei rifiuti industriali) delle due discariche di Ca’ Lucio e Ca’ Asprete (gestite da Mms), e dell’ampliamento della discarica di Monteschiantello (programmato per questo scopo), prevede l’esistenza di un’unica discarica provinciale proprio in questa località».

La comunità più penalizzata


E su questo punto conviene anche il consigliere comunale di opposizione Domenico Carbone di San Costanzo che chiede «una dura presa di posizione da parte dell’Amministrazione comunale, fino a oggi stranamente silente». Monteschiantello infatti è nel comune di Fano ma la discarica si affaccia su San Costanzo. «Ormai sono oltre 30 gli anni - protesta Carbone - in cui San Costanzo ha convissuto con la discarica con non pochi disagi in termini economici e non solo per la popolazione ed è incredibile che ancora non si riesca a far prevalere gli interessi di una comunità».
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Corriere Adriatico