Marche Multiservizi, si azzerano gli aumenti al cda. A rischio la maxi discarica, contro anche il Pd regionale

Marche Multiservizi, si azzerano gli aumenti al cda. A rischio la maxi discarica, contro anche il Pd regionale
PESARO - L’atmosfera è tesa e la riunione è a porte chiuse: la convocazione riguarda la determinazione dei compensi degli amministratori ma si parlerà...

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PESARO - L’atmosfera è tesa e la riunione è a porte chiuse: la convocazione riguarda la determinazione dei compensi degli amministratori ma si parlerà anche, e forse soprattutto considerando il rilievo e la conflittualità del tema, della maxi discarica per rifiuti produttivi a Riceci di Petriano.

 

Alle 11 nella sede di via Toscana si riunisce l’assemblea ordinaria dei soci di Marche Multiservizi per votare l’azzeramento del maxi aumento delle indennità dei membri del consiglio di amministrazione deliberato nella precedente riunione del 20 aprile. 

Il disagio

Già questo argomento è motivo di disagio e imbarazzo per la sconfessione della scelta proposta alla scorsa assemblea dal presidente della Provincia Giuseppe Paolini e approvata pressoché da tutti i sindaci dei Comuni soci (oltre che dal rappresentante di Hera), i quali poi in gran parte hanno dichiarato di avere alzato la mano per assentire senza la piena consapevolezza di ciò che stavano votando.

Ha rotto la convenzione il presidente Andrea Pierotti che ha reso noto che non avrebbe accettato l’aumento per sé (da 38mila a 60mila euro lordi all’anno), stabilito a sua insaputa, ritenendolo inopportuno in questo momento di diffuse difficoltà economiche; il sindaco di Pesaro Matteo Ricci, che rappresenta il principale socio pubblico di Marche Multiservizi con il 25% di azioni e che aveva delegato per l’assemblea l’assessore Enzo Belloni, ha disconosciuto la decisione; si è creato così un effetto domino con la successiva dissociazione degli altri Comuni soci.

Atteso l'intervento di Ricci

Ancora Ricci sarà il protagonista della riunione di oggi perché il sindaco ha scelto l’assemblea dei soci dell’azienda pesarese dei servizi pubblici locali come tribuna (potendo parlare direttamente all’organo deliberante della società) per comunicare la sua posizione sul maxi impianto di rifiuti industriali progettato a Riceci, in una valletta del tipico paesaggio marchigiano in vista di Urbino, che sta mobilitando mezza provincia.

Il Pd provinciale, dopo la partecipata assemblea popolare di Gallo di Petriano che ha espresso una decisa e argomentata opposizione alla discarica, si è schierato contro il progetto che prevede lo smaltimento in quel sito di 5 milioni di tonnellate di rifiuti in 25 anni, comunicando che il sindaco di Pesaro non ne era mai stato informato. In suo sostegno ieri pomeriggio è intervenuto anche il Pd regionale. «Abbiamo raccolto la segnalazione della Federazione provinciale del Partito coordinato da Rosetta Fulvi e siamo tutti al loro fianco» ha dichiarato la segretaria Chantal Bomprezzi, che chiede chiarezza sull'operazione.

Il confronto con Hera

Dall’ambiente politico istituzionale si apprende che Ricci è rimasto contrariato dal progetto ed ha già consultato il presidente di Hera, il partner industriale che detiene il 46% delle azioni di Mms. È possibile, quindi, che oggi venga espressa la seconda sconfessione dell’operato di Marche Multiservizi in poche settimane o, più probabilmente, la proposta per una strategia di uscita dall'operazione.

Peraltro, il progetto presentato per l’autorizzazione in Provincia dalla società Aurora di Rimini, partecipata al 40% da Marche Mulservizi (che a fine 2022 ha pagato la quota 2,9 milioni di euro), sfrutta in modo atipico una norma del piano regionale dei rifiuti (quella che consente di avvicinare le discariche fino a 500 metri dai centri abitati formulata 8 anni fa per i rifiuti urbani di origine domestica e ora richiamata per i rifiuti urbani di origine produttiva così riclassificati da una legge in vigore dal 2021) e presenta un aspetto controverso per il profilo giuridico degli scarti delle attività di recupero dei rifiuti urbani.

Le cifre tagliate

Riguardo all’argomento all’ordine del giorno viene presentata all’assemblea la rinuncia agli aumenti del consiglio di amministrazione (peraltro, rinnovato per altri 3 anni nell’ultima occasione). Pertanto, l’amministratore delegato Mauro Tiviroli torna al compenso di 59mila euro all’anno (invece di 100mila: +68%) con 50mila euro di premio di risultato e a 9mila euro in qualità di membro del cda (invece di 15mila: +66,7%), come altri 7 componenti (Mila Fabbri, Baccio Paolo Fiaccarini, Maurizio Mazzoli, Sara Mengucci, Margherita Pedinelli, Andrea Ramonda e Massimo Vai), e il presidente Pierotti mantiene 38mila euro (senza l'aumento del 57,9%).

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Corriere Adriatico