Arzilla, il torrente cloaca. Operatori e concessionari sul piede di guerra: «Ci avevano detto che era tutto risolto»

Il cartello con il divieto di balneazione per l'inquinamento
FANO - Prima sorpresi, poi amareggiati, quindi inviperiti, i concessionari di spiaggia e gli operatori commerciali del litorale di Arzilla non sanno più a che santo votarsi...

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FANO - Prima sorpresi, poi amareggiati, quindi inviperiti, i concessionari di spiaggia e gli operatori commerciali del litorale di Arzilla non sanno più a che santo votarsi per salvaguardare le loro imprese. L’ultimo grave inquinamento della costa li ha letteralmente spiazzati. Le analisi dell’Arpam mercoledì scorso hanno rilevato una presenza di Enterococchi intestinali fino 43 volte superiore al limite di legge e una quantità di Escherichia coli fino a 15 volte superiore alla soglia ammessa. Carica batterica massiva che il giorno seguente nel punto di prelievo di fronte alle concessioni balneari di Arzilla era addirittura aumentata. 

 

 
Il divieto di balneazione
Chi giunge sulla spiaggia dell’Arzilla si trova nei pressi del bagnasciuga i cartelli di divieto di balneazione, una sorpresa che un bagnante non vorrebbe mai avere. Seppur coinvolto marginalmente, il proprietario del Baretto Federico Marchetti ha espresso tutta la sua solidarietà ai bagnini della zona. «Da 8 anni – ha detto – da quando gestiamo il nostro esercizio sulla spiaggia dell’Arzilla, abbiamo assistito più volte alle ondate di piena con lo sversamento in mare di tanta sporcizia. Ultimamente ci avevano detto che con l’entrata in funzione della vasca di prima pioggia, il problema sarebbe stato risolto. In realtà il problema permane e, anzi, si è aggravato». Chi non ha perso la fiducia sull’efficacia della vasca di prima pioggia è Nicola Tanfani dei Bagni Caffè Arzilla.

«Normalmente la vasca ha funzionato – ha detto – solo in conseguenza di un evento meteorologico di eccezionale portata ha dimostrato i suoi limiti. Da chiarire comunque è che cosa si è riversato sull’Arzilla, perché l’acqua puzzava; non vorrei che avessero aperto degli scolmatori a monte. Ma non è solo questo il problema che travaglia le nostre attività: ci vorrebbe che il Comune chiudesse la strada rossa ai motorini, creasse dei parcheggi e arginasse una volta per tutte gli allagamenti sotto il ponte della ferrovia; di questo dipende l’attività di 5 aziende». 


Coinvolta nel problema anche la spiaggia sociale dei Talenti. «Siamo abituati alle bizzarrie dell’Arzilla – ha detto Massimo Radi – ma questa volta si è oltrepassato il limite. L’acqua era diventata color marrone e il fondo pieno di fango. A che cosa è servito spendere tanti soldi per la nuova vasca di contenimento? Speravamo di ricevere almeno il prossimo anno la Bandiera blu, ma con questo nuovo episodio sorgono forti dubbi!».

«Il nuovo inquinamento ci ha creato molti danni - ha evidenziato Fabio De Brito di Arzilla Beach – non pochi clienti giornalieri se ne sono andati disgustati. Noi siamo rimasti senza parole. Eppure la stagione andava a concludersi per il meglio. Si vanifica così tutta la promozione che è stata fatta!».

Per ultimo è intervenuto anche Giovanni Maria Dallago di Animalido, la spiaggia dei cani: «Non è stato nemmeno un temporale particolarmente violento – ha notato – se questo è bastato per richiedere un nuovo divieto di balneazione, molto resta ancora da fare per tutelare la spiaggia dell’Arzilla! Abbiamo ricevuto la brutta sorpresa di vedere piantare i cartelli mentre la gente faceva il bagno. Abbiamo tentato di tranquillizzare i nostri clienti pensando che fosse un problema di mare mosso, in realtà era accaduto qualcosa di ben più grave».

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Corriere Adriatico