Pesaro, archiviata l'era Capalbo: ecco cosa resta dopo 20 anni

Pesaro, archiviata l'era Capalbo: ecco cosa resta 20 anni dopo
PESARO Qualcuno l’ha già ribattezzato il “traghettatore”: è Gilberto Gentili, che dal Distretto sanitario di Senigallia approda a Pesaro come...

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PESARO Qualcuno l’ha già ribattezzato il “traghettatore”: è Gilberto Gentili, che dal Distretto sanitario di Senigallia approda a Pesaro come commissario straordinario dell’Ast1, ma l’arrivo del dirigente, al momento pro tempore, è molto di più, segnando lo spartiacque tra l’era Capalbo e post Capalbo ai vertici della sanità provinciale. Una linea di demarcazione profonda considerando che l’ormai ex commissario straordinario Ast1, ora ai vertici dell’Inrca, è rimasta in sella in ruoli apicali per oltre 20 anni. Una stagione lunghissima. Una carriera partita dal territorio, iniziata nel 2002 nella vecchia Asl 3 di Fano come dirigente medico di presidio e poi proseguita nel 2007 con la direzione medica dell’ospedale Santa Croce e, ancora, nel 2010 la direzione della zona territoriale 2 di Urbino fino al 2011 quando va alla guida dell’Area vasta 1 per poi lanciarsi verso l’incarico di direttore generale di Marche Nord, voluto nel 2015 dall’allora presidente di Regione Luca Ceriscioli.

 


Per sette anni

Per 7 anni (in mezzo anche una riconferma) è rimasta ai vertici dell’Azienda ospedali riuniti, poi spazzata dal nuovo Piano sanitario regionale. Il resto è storia di oggi, compreso il lungo ed estenuante braccio di ferro politico che ha portato alla chiusura del ciclo Capalbo. Un rapporto sempre complesso ma che negli ultimi tempi l’ha vista al centro di estenuanti diatribe con obiettivi e posizioni agli antipodi. Legata a Ceriscioli, con la giunta Acquaroli una parte della Lega le si è avvicinata, ma trasversalmente altri partiti (dal Pd a FdI) e politici sono entrati in rotta di collisione. Il sindaco di Pesaro Matteo Ricci non ha mai nascosto la difficoltà di rapporti che hanno raggiunto l’apice con il caso Gnudi e il conferimento dell’onorificenza all’ex primario del pronto soccorso. Gestione difficile anche con Fratelli d’Italia che poi in Regione ha trovato la sponda di Forza Italia per rafforzare la necessità di un cambiamento. La soluzione Inrca alla fine può accontentare, se non tutti, molti: per Capalbo è un incarico di assoluto prestigio (soprattutto in una società dove l’età media è sempre più alta), per i suoi oppositori si apre una nuova gestione dell’Ast1 meno divisiva anche se tutta da costruire.

Il futuro

Spiega Nicola Baiocchi, consigliere regionale di FdI e presidente della commissione Sanità: «Il 20 febbraio scadono i termini per il bando da dirigente, mi augurino che partecipino molti professionisti e sono certo che la commissione valuterà al meglio. Ringrazio Capalbo per il lavoro svolto, ma non bisogna soffermarsi sul passato. Con Acquaroli la Regione e la sanità hanno fatto un notevole cambio di passo e l’Ast1 proseguirà nel solco tracciato. Si volta pagina e ci sono delle belle sfide da affrontare con la riforma: il nuovo ospedale di Pesaro, gli ospedali di comunità di Mombaroccio e Cagli, l’abbattimento delle liste d’attesa e della mobilità passiva». Ma alla fine per scrutare il futuro forse non c’era nemmeno bisogno di consumarsi in scontri politici, bastava avere buona memoria e il gusto per le coincidenze: nel 2015 quando Capalbo venne nominata direttore dell’Azienda ospedali riuniti Marche Nord succedette ad Aldo Ricci destinato all’Inrca.
 

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Corriere Adriatico