Amianto nel vecchio capannone, tre casi di leucemia a Monteciccardo. L'Ona al fianco dei residenti: già contattati Comune e Ast

La bonifica completa bloccata da 5 anni, il caso riaperto da un nuovo residente della zona

Amianto nel vecchio capannone, tre casi di leucemia a Monteciccardo. L'Ona al fianco dei residenti: già contattati Comune e Ast
PESARO I casi di leucemia, a Monteciccardo, sono saliti a tre. Di cui due scoperti negli ultimi mesi. E difficilmente, in questo ambito, si tratta di coincidenze. I residenti non...

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PESARO I casi di leucemia, a Monteciccardo, sono saliti a tre. Di cui due scoperti negli ultimi mesi. E difficilmente, in questo ambito, si tratta di coincidenze. I residenti non hanno dubbi: il problema è l’amianto, deteriorato, che si trova in un edificio ad uso ex artigianale di via Marconi, cuore del piccolo centro abitato. La vicenda, che ora vede in prima linea anche il Comitato Ona di Pesaro (Osservatorio Nazionale Amianto), in realtà va avanti da almeno 5 anni. A riscoprirla è stata Alessandro Manchisi che, da 7 mesi, si è trasferito a Monteciccardo «per andare a stare in un luogo lontano dall’inquinamento» e invece poi si è trovato come vicino di casa il cosiddetto killer silenzioso: un edificio contenente amianto deteriorato, quello che per intenderci ad ogni folata di vento sparpaglia nella zona fibre che se inalate possono provocare tumori. 


La (brutta) scoperta


Si tratta di una superficie di 300 mq circa: risulta ammalorata, abbandonato da anni e in mano al curatore fallimentare. Manchisi si è presentato nell’ufficio del Comune lamentandone la pericolosità e scoprendo che la storia, purtroppo, ricalca altre vicende note a Pesaro: nel 2018, a seguito di una Pec di uno studio legale fatta a nome di alcuni residenti, Asur (oggi Ast Marche) aveva scritto all’allora Comune di Monteciccardo chiedendo di «emettere ordinanza sindacale per la rimozione del materiale in cemento amianto nei confronti del rappresentante legale dello stabile». A seguito di questa ordinanza non eseguita da parte del titolare dell’immobile e dal suo curatore fallimentare, il Comune ha richiesto un «sopralluogo congiunto con Asur per valutare l’integrità della copertura in cemento amianto». Asur ha così ordinato di rimuovere in 90 giorni dal sopralluogo «la parte di copertura divelta e la restante parte integra in 12 mesi».

La solita burocrazia


Nulla da fare: a seguito della non esecuzione da parte del curatore fallimentare, il Comune di Monteciccardo si è sostituito al privato nel 2019 per la sola parte di copertura divelta, chiedendo poi indietro la somma spesa per l’operazione. La parte allora integra è rimasta sulla copertura dell’immobile. Nel frattempo il Comune di Monteciccardo non esiste più è passato sotto il Comune di Pesaro ed è diventato un “municipio” e la pratica si è fermata. Il Comitato Ona, nato del 2020, ha chiesto al Comune un’indagine epidemiologica «ma non abbiamo ancora ricevuto risposta - sottolinea a questo proposito la presidente e fondatrice Elisabetta Sacchi - Come volevasi dimostrare ancora una volta l’Amministrazione comunale di Pesaro verso il problema amianto si dimostra latitante». E cita alcune situazioni storiche e tuttora irrisolte. «In città - elenca - abbiamo la situazione del vecchio comparto di via Labriola, a due passi dal parco Miralfiore, fulcro di una battaglia dei residenti fin dal 2011. Oppure a Muraglia, in via Compagni, dove dal 2014 si dovevano bonificare le coperture di un manufatto come da sopralluogo dell’Asur e invece ancora lì. Poi abbiamo anche l’ex Nava di Villa Fastiggi…». 


Il tavolo di lavoro


Il Comitato Ona ha incontrato in Regione anche il consigliere di Fdl Nicola Baiocchi, attuale presidente della commissione sanità, che ha promesso di attivarsi con gli organi di competenza per far entrare in azione il tavolo di lavoro per l’amianto costituitosi lo scorso ottobre ma ancora fermo.
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Corriere Adriatico