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In “sala d’attesa”
Di fronte a situazioni tanto drammatiche la burocrazia procede insensibile con la sua lentezza, i rimpalli di responsabilità e le procedure che risultano ormai troppo macchinose. Dei 228 disabili “in sala d’attesa” non si conoscono né l’importo che spetta loro complessivamente né le quote da erogare ai singoli beneficiari. «Attendiamo ancora per il 2022 la determina regionale nella quale è inserita la ripartizione dei contributi per ogni Ambito - spiega preoccupato Luca Pandolfi, presidente del Comitato dei sindaci dell’Ats 1 e assessore alla Solidarietà del Comune -.
La lentezza
Una situazione di completa impotenza per il welfare locale di fronte a tante lentezze, è come essere in un vicolo cieco, mentre le famiglie dei disabili telefonano allarmate e con giustificabile insistenza chiedono quando arrivano i loro contributi. «Siamo ormai a novembre e le persone vicine agli assistiti vogliono avere notizie, alcune sono molto in ansia - sottolinea Pandolfi -. Ma noi non possiamo fare nulla, neanche volendo. Abbiamo a che fare con risorse variabili legate al mutare delle singole disabilità, per importi personalizzati che possono raggiungere anche i 3.900 euro al mese a sostegno di persone con disabilità gravissima. Per esempio a chi è inserito temporaneamente in centri diurni riabilitativi o strutture convenzionate la quota viene per il momento diminuita. La situazione è fluida e anche per noi è difficile gestirla».
Negli ultimi sette anni sono più che raddoppiati le domande accolte dalla Regione e quindi anche i contributi da erogare. «Nel corso del tempo questa misura ha visto un significativo incremento - fa notare Pandolfi - sia delle richieste, sia dei fondi messi a disposizione per gli interventi. Nell’Ambito territoriale sociale 1 siamo passati da 116 richieste nel 2016 alle attuali 228 per il 2022, con un significativo aumento di contributi per importi pari a 314.123 euro nel 2016 fino a 675.680 euro nel 2021».
Il territorio
L’Ats 1 di Pesaro comprende anche le disabilità di Gabicce Mare, Gradara, Mombaroccio, Montelabbate, Tavullia e Vallefoglia. In ogni caso la somma riferita al 2022 deve essere liquidata dalla Regione entro il 2023, avvalendosi del “Fondo nazionale per la non autosufficienza” finanziato dal Governo. Inevitabile quindi lo scaricabarile. In Regione si prende tempo, affermando che «prima di inviare il decreto ai territori, con le relative quote suddivise per Ambiti e i contributi dei singoli beneficiari, devono attendere il trasferimento delle risorse statali. E come al solito, in mezzo al rimpallo tra Regione e Ministero, si ritrovano famiglie in difficoltà che avrebbero il sacrosanto diritto di ricevere puntualmente la loro quota. Non va dimenticato quanto pesino le cure e la gestione del proprio caro, quando le risorse sono già di per sé insufficienti e le lentezze aggravano situazioni assai problematiche».
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Corriere Adriatico