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URBINO - Il processo con rito abbreviato che vede imputata Ambera Saliji, ex fidanzata di Igli Meta, condannato all’ergastolo con l’amico Mario Mema per l’omicidio di Ismaele Lulli, ucciso nel luglio 2015 per gelosia, ha avuto, ieri, una giornata campale, di febbrile attività, nel Tribunale di Urbino.
In mattinata due ore e mezza di requisitoria della pm Irene Lilliu che ha ripercorso le varie fasi della vicenda e del processo penale chiedendo per Ambera Saliji, 24enne macedone, residente a Pesaro, la condanna a 6 anni e 8 mesi per “concorso anomalo in omicidio volontario”. Nel pomeriggio altre due ore e mezza circa per le parole ai legali di parte civile, gli avvocati Marco Martines e Maria Cristina Ciace che tutelano la mamma della vittima, e per la difesa di Ambera Saliji rappresentata dall’avvocato Giovanni Chiarini.
La sentenza il 19 gennaio
Al termine l’udienza per il giudizio abbreviato è stata rinviata per le eventuali repliche e per la sentenza al 19 di gennaio del 2022.
In pratica in questa udienza sono state recuperate delle dichiarazioni della stessa Ambera che non furono utilizzate in Corte di Assise. «In questo tipo di processo – ha rimarcato l’avvocato della famiglia Lulli, Marco Martines - non ci si può difendere col dire “io non volevo che accadesse…” perché nel momento che tendi una trappola hai tutte le possibilità per capire che questa possa portare alla deriva dei fatti come è avvenuto (con il famoso sms Ambera avrebbe fatto in modo che Ismaele cadesse in mano ai suoi assassini ndr)».
Ieri, la ragazza ha rilasciato delle dichiarazioni spontanee: «Io non poteva sapere, dietro quell’sms, il destino dell’incontro tra Ismaele, Igli e Mario».
La mamma della vittima si è sentita male
Debora Lulli, la mamma di Ismaele, non ha perso una parola delle varie arringhe. Nella mattinata, poco dopo la sospensione della seduta, si è sentita male e ha dovuto fare ricorso al sostegno di un’amica di Urbino per poter usufruire di aria per liberare la mente dai ricordi drammatici. «I fatti di 6 anni fa non solo l’hanno privata di un figlio che era il “suo tutto” - dice l’avvocata Maria Cristina Ciace- ma anche di un ancoraggio per la sorellina che Isma amava sopra ogni cosa e guai chi gliela toccava. Ora Ambera, che mai e nemmeno ieri si è rivolta alla parte offesa, paghi per quello che ha fatto!». La stessa avvocata durante la sua ‘arringa, rivolgendosi al giudice Di Patria, ha chiesto «perché Ambera in un’altra occasione avvisò un suo spasimante del pericolo che poteva correre e Ismaele no?».
L’avvocato Chiarini ha chiesto clemenza sottolineando che la ragazza ha agito in buona fede, senza alcuna complicità con gli assassini, perché Igli l’aveva rassicurata dicendole che con Ismaele avrebbe solo parlato, tanto che si sarebbe fatto accompagnare da un amico.
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Corriere Adriatico