Pesaro, con il decreto sicurezza diminuisce il numero dei migranti

I migranti senza protezione umanitaria
PESARO - Sono quaranta uomini e una donna, tutti maggiorenni, provenienti principalmente dalla Nigeria, ma anche da altri paesi, i 41 migranti che dovranno lasciare il centro di...

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PESARO - Sono quaranta uomini e una donna, tutti maggiorenni, provenienti principalmente dalla Nigeria, ma anche da altri paesi, i 41 migranti che dovranno lasciare il centro di accoglienza pesarese della cooperativa Labirinto. La loro uscita è una questione di giorni, probabilmente avverrà prima di Natale.


La maggior parte degli immigrati esclusi, hanno ottenuto il permesso per motivi umanitari. Si calcola che nei prossimi mesi 400 500 migranti nel Pesarese potrebbero non rientrare nel livello di accoglienza perché di fatto il decreto esclude i destinatari di protezione umanitaria. Ci saranno permessi per la protezione speciale, per calamità naturali e gli Sprar apriranno le porte solo a chi gode di protezione internazionale.

Chi ha ottenuto il permesso per motivi umanitari prima del 5 ottobre ha il rinnovo per due anni, ma tutti quelli che hanno chiesto il rinnovo dopo quella data, non lo potranno più ottenere diventando così irregolari. Per questo, mese dopo mese, i mancati rinnovi produrranno quei numeri che i responsabili del sistema di accoglienza temono.

Il sindaco di Pesaro, Matteo Ricci, preoccupato per quella che rischia di diventare una nuova emergenza ha chiesto un incontro con il prefetto che potrebbe tenersi già oggi. Il territorio fino a pochi mesi fa ospitava quasi 1.200 migranti, mentre ad oggi il dato si ferma a 647.

E anche l’ultimo bando della Prefettura, inizialmente era da 1.455 posti per circa 14 milioni di euro. Ma dal primo ottobre il riparto prevede 900 posti totali, di cui per la Labirinto Cooperativa Sociale per 475 posti, per l’Associazione Incontri per la Democrazia 384, per la Irs Aurora 10 e per la Coos 31. E un importo da 31,65 euro al giorno per migrante invece che 34,65 . Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico