Diritto al lavoro per i giovani, allarme dell'Anpi: «Anche a Fano servono controlli». La precarietà nella ristorazione

Diritto al lavoro per i giovani, allarme dell'Anpi: «Anche a Fano servono controlli». La precarietà nella ristorazione. Nella foto i partecipanti alla conferenza
FANO - Sentendosi motivata a difendere il diritto del lavoro, sancito dagli articoli della Costituzione, la sezione Leda Antinori dell’Anpi ha voluto richiamare, con il...

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FANO - Sentendosi motivata a difendere il diritto del lavoro, sancito dagli articoli della Costituzione, la sezione Leda Antinori dell’Anpi ha voluto richiamare, con il contributo del sindacato, del mondo politico, di quello della formazione e quello dell’informazione di carattere eno-gastronomico, l’attenzione di tutti su ciò che sta accadendo nel mondo della ristorazione, dove gli operatori lamentano difficoltà di reperire personale. 

La narrazione dei fannulloni

Sono i giovani che sono indolenti, fannulloni e preferiscono il divano di casa, piuttosto che l’impegno frenetico delle sale e delle cucine dei ristoranti, oppure le condizioni di lavoro sono così penalizzanti da stroncare ogni prospettiva di occupazione? Anche nel nostro territorio purtroppo non manca chi non rispetta le regole: lavoro nero, sottopagato, mancata concessione del giorno di riposo, violazione del contratto nazionale del lavoro costituiscono gli elementi di una prassi che inquina un lavoro che, essendo per lo più stagionale, limita alquanto le condizioni di stabilità e sicurezza.

L'occupazione giovanile

«Il lavoro giovanile ci sta a cuore – ha dichiarato Paolo Pagnoni che oltre a rappresentare l’Anpi è stato insegnante all’istituto alberghiero di Pesaro – quindi ci è sembrato opportuno fare il punto sul settore della ristorazione in cui sono emerse diverse criticità, al fine di sollevare da una parte la responsabilità di categoria e dall’altra l’attenzione degli organi di controllo affinché i diritti dei lavoratori vengano rispettati».

I dati sono significativi. Roberto Fiscaletti di Filcams Cgil ha evidenziato come già nel 2020 le Marche si assestassero al tredicesimo posto a livello nazionale per quanto riguarda l’entità dei salari nel settore della ristorazione, con appena 4.199 euro all’anno rispetto ai 5.478 che costituivano la media italiana e oggi la situazioni non risulta cambiata.  Da questo si comprende come tale genere di occupazione sia poco attrattiva.

Il reddito di cittadinanza

«Tirare in ballo il reddito di cittadinanza, quale comoda alternativa, più remunerata a un lavoro faticoso, è una motivazione di basso profilo che non rispecchia la realtà – ha dichiarato la consigliera regionale del movimento 5 Stelle Marta Ruggeri –. In realtà nel settore c’è molto sfruttamento ed è questo che dobbiamo combattere». Alla iniziativa dell’Anpi hanno portato il loro sostegno anche: Erica Magi del Pd, il giornalista enogastronomo Alfredo Antonaros e Giuseppe Ciampoli direttore dell’Istituto alberghiero di Riccione.

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Corriere Adriatico