Addio a "Lulo", morto 7 anni dopo il drammatico incidente in scooter

Addio a "Lulo", morto 7 anni dopo il drammatico incidente in scooter
PESARO  - Era la primavera del 2015, Massimiliano Lugli, “Lulo”, per tutti, stava transitando in sella al suo scooter: percorreva l’Urbinate, davanti alla...

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PESARO  - Era la primavera del 2015, Massimiliano Lugli, “Lulo”, per tutti, stava transitando in sella al suo scooter: percorreva l’Urbinate, davanti alla Pica, quando ebbe un incidente. Lo ritrovarono in condizione disperate per il brutto trauma cranico. Da quell’incidente non si è più ripreso. Quasi 7 anni e mezzo, in stato neurovegetativo, accudito in una struttura di riabilitazione, finchè l’altro giorno, subito dopo Ferragosto, “Lulo” se ne è andato. Aveva 48 anni, di cui 7 passati nel limbo sottile dove vita e morte si toccano senza mai incontrarsi ma sfiorandosi appena.

 

Una scomparsa che ha provocato dolore e commozione. A dare l’annuncio è stata la moglie di Massimiliano Lugli, Laura Faggi, con un post sui social con cui voleva avvisare tutti coloro che “Lulo” aveva conosciuto e che gli volevano bene. Oggi alle 18 si terrà il rosario nella chiesa di Madonna di Loreto, domani mattina alle 10.30 le esequie. Lulo lascia due figlie, i genitori, una sorella e tante persone hanno sperato fino all’ultimo. Suo padre Giorgio non ha mai smesso di cercare la “verità” su quell’incidente. Era la fine di marzo 2015. Un lunedì sera. Massimiliano Lugli, residente a Montelabbate, era scooter lungo il rettilineo di fronte alla vecchia Pica. Era in sella al suo Beverly 300 della Piaggio, e mentre percorreva l’Urbinate in direzione Pesaro ha perso il controllo del mezzo.

Una caduta che lo ha fatto sobbalzare per alcuni metri, il suo casco è infatti stato ritrovato in un punto diverso rispetto a quello in cui è finito a terra. Oltre al trauma cranico aveva riportato fratture all’addome e ferite al volto. Per le forze dell’ordine avrebbe fatto tutto da solo, forse per un malore o una buca sull’asfalto, ma il padre sospettava che ci potesse essere stata una dinamica diversa, il coinvolgimento di un mezzo e di qualcuno che non si è fermato a prestare soccorso. Nell’estate di due anni fa era stato trasferito nella struttura di Villa Fastiggi per pazienti in stato neurovegetativo. Era stato proprio “Lulo” il primo ospite. A questo proposito la famiglia non chiede fiori ma di aiutare “Gli amici di Andrea” da tempo impegnata ad assistere pazienti come “Lulo”.
 

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Corriere Adriatico