Premio Covid 2020, firmato l'accordo con l'Area vasta 1. Ma sindacati insoddisfatti

Da sinistra Alessandro Contadini Cisl, Vania Sciumbata Cgil e Angelo Aucello Uil
FANO - Siglato ieri a Fano l’accordo sul premio Covid relativo al periodo dal marzo al maggio 2020, interessata una platea di circa 1.800 lavoratori in forza all’Area...

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FANO - Siglato ieri a Fano l’accordo sul premio Covid relativo al periodo dal marzo al maggio 2020, interessata una platea di circa 1.800 lavoratori in forza all’Area Vasta 1. «Siamo delusi dallo stanziamento regionale, la trattativa si è conclusa grazie al senso di responsabilità mostrato dai dipendenti in questa recrudescenza della pandemia», hanno commentato i sindacalisti della funzione pubblica Vania Sciumbata di Cgil, Alessandro Contadini di Cisl e Angelo Aucello di Uil al temine dell’incontro con i dirigenti dell’Area Vasta 1 nella sede legale in via Ceccarini.

 

Tre fasce
Il personale che ha diritto al premio Covid è stato dunque suddiviso in tre differenti fasce. La prima riguarda lavoratori che dal marzo al maggio dell’anno scorso erano impegnati nei servizi a maggiore rischio di contagio: per loro 750 euro lordi a testa.

La seconda fascia comprende invece chi si trovava a immediato supporto delle aree Covid (500 euro lordi), la terza il personale amministrativo e degli sportelli in presenza (300 euro lordi). Sono somme una tantum, erogate una sola volta per figure professionali che vanno dagli infermieri agli operatori socio sanitari ai tecnici di laboratorio solo per fare qualche esempio.

I lavoratori dell’Area Vasta 1 saranno dunque gli ultimi nelle Marche a ricevere il premio per il servizio prestato durante la prima ondata del Covid. Nel frattempo è trascorso un anno e i sindacati, dopo avere già stigmatizzato con le loro proteste l’eccessivo protrarsi di una condizione penalizzante per i lavoratori, ora si dichiarano insoddisfatti del quantum, la quantità delle risorse erogate.

La delusione
È una questione senz’altro sostanziale, ma soprattutto di forte valore simbolico, trattandosi di riconoscere merito a chi si è esposto a pericolo e sacrifici aggiuntivi. «Regione e Asur – hanno spiegato Sciumbata, Contadini e Aucello – si sono rifiutate di incrementare la disponibilità iniziale di 330.000 euro, che noi abbiamo sempre definito insufficiente. Così, per riconoscere importi almeno dignitosi al personale dell’Area Vasta 1, si è attinto ad alcuni residui, che sarebbero comunque spettati ai lavoratori».

L’integrazione ha permesso di innalzare, ma non di tanto, le quote individuali di ogni singola fascia e di allargare ancora un po’ la platea degli aventi diritto, pari a oltre il 90 per cento del personale. Ora sindacati e dipendenti dell’Area Vasta 1 attendono che il premio Covid sia liquidato entro il prossimo mese.

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Corriere Adriatico