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PESARO Ieri il magazzino Ratti dell'omonima maison, la settimana scorsa l'Excelsior di Nardo Filippetti. Due nomi notissimi a Pesaro che si trovano ora accomunati dal fatto di essere rimasti vittime di furti e rapine che hanno visto, altra analogia, l'impiego di un'auto ariete. Ma i collegamenti fiscono qui dato che le modalità sono completamente diverse. Quello ai danni del deposito di Sivana Ratti è stato un colpo preparato a tavolino, figlio del precedente fallito lo scorso dicembre. Per quanto riguarda Filippetti, i rapinatori che hanno sfondato l'ingresso del Bistrot per trafugare i gioielli di Bartorelli esposti in una teca, terrorizzando il portiere di notte, sono sembrati più dei balordi con il rischio che la situazione potesse sfuggire di mano. Di sicuro c'è che, ancora una volta, tocca fare i conti con l'importanza di dotarsi di sistemi di sicurezza passiva. Lo stesso gioielliere Paolo Bartorelli ne sa qualcosa. «Dalla rapina subita anni fa fino al rinnovo del nostra gioielleria a gennaio commenta abbiamo sempre investito in sistemi di sicurezza interni ed esterni, adottando tutti gli accorgimenti necessari. E' vero che non si può prescindere dalla sicurezza, ma spesso nemmeno avere la migliore dotazione ti salva da bande predatorie così rapide, segno che qualcosa si è inevitabilmente modificato anche nella nostra realtà». Commenta Davide Ippaso, segretario Confcommercio: «Ci sono situazioni in cui privati o commercianti possono anche unire le forze per dotarsi di dispositivi innovativi, fra l'altro va ricordato che le spese per l'installazione di allarmi o videosorveglianza sono tutte deducibili. Certo che c'è un po' di preoccupazione fra i commercianti, ma colpi come questo o come quello al Trony di alcuni mesi fa, dimostrano che ci sono periodi più di altri, dove la città è presa di mira da bande sì organizzate ma non certo stanziali, e che compiono il furto per ripartire subito dopo, facendo perdere ogni traccia».
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Corriere Adriatico