Una famiglia recanatese scampata all'inferno

Una famiglia recanatese scampata all'inferno
LA STORIA RECANATI Una famiglia recanatese è scampata al terremoto mentre si trovava da qualche giorno in vacanza ad Arquata del Tronto e subito la notizia fa il giro della...

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LA STORIA RECANATI Una famiglia recanatese è scampata al terremoto mentre si trovava da qualche giorno in vacanza ad Arquata del Tronto e subito la notizia fa il giro della città dopo che Valerio Arbotto pubblica su fb un post in cui ringrazia Dio per essere uscito da quei drammatici momenti sano e salvo con i suoi cari.

Valerio, dipendente dell'azienda Eban, aveva scelto il centro turistico di Arquata andando ad alloggiare nella frazione Borgo presso la country house sita sotto il centro storico, per trascorrere qualche giorno qui con la moglie Lucia e le figlie Sara e Giada. Giorni sereni sino alle 3,36, ora in cui è arrivata quella maledetta scossa che sembrava non finire mai. Lui, Valerio, non si è perso d'animo, ha cercato di tranquillizzare la moglie e le figlie e, passati quegli attimi di sgomento, dal primo piano dove alloggiava, la famiglia si è precipitata fuori, al pari degli altri ospiti della struttura che aveva resistito, andando in direzione del campo sportivo, mentre tutt'attorno solo abitazioni crollate. La fortuna li ha assistiti perché l'edificio ha retto tanto che dopo un po',, Valerio ha fatto ritorno all'interno ed ha potuto recuperare dall'alloggio le sue cose per poi riporle in auto. In quei drammatici momenti è rimasto colpito soprattutto dalla grande generosità e dalla solidarietà della gente che si è impegnata per fornire una prima assistenza, tanto che un uomo, titolare di un mini market che pure era rimasto fortemente danneggiato, non ci ha pensato un attimo a rientrare nel suo esercizio per prendere dei generi di prima necessità mentre altri, al campo, offrivano biscotti alle bambine. Non scorderà mai la famiglia Arbotto, comprensibilmente ancora sotto choc, quei momenti ma, allo stesso tempo, resteranno indelebili i gesti e le parole di conforto di quella che definisce «gente meravigliosa», al pari dei luoghi dove ritiene di dover tornare perché «quelle popolazioni non possono essere lasciate sole».

Gabriele Magagnini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Corriere Adriatico