Rocca Montevarmine «Basta con il degrado»

Rocca Montevarmine «Basta con il degrado»
L'APPELLO FERMO Appello ai candidati sindaci. Il Comitato per la salvaguardia di Rocca Montevarmine fa presente il gravissimo stato di abbandono in cui versa ancora l'intero...

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L'APPELLO
FERMO Appello ai candidati sindaci. Il Comitato per la salvaguardia di Rocca Montevarmine fa presente il gravissimo stato di abbandono in cui versa ancora l'intero castello, sito nel Comune di Carassai e di proprietà del Comune di Fermo. Il Comitato chiede, come ultima istanza, anche la cessione dell'immobile al Comune di Carassai.

Risalente al XIV secolo con resti del X secolo, è l'unico castello in tutto il Piceno che si conservi per intero. Mura poderose, chiesa, cortili, arciere, piombatoi e una torre con merli ghibellini che svetta con potenza sul verde panorama di piante secolari. Il castello è stato da sempre meta di visitatori, costituendo un polo di attrazione per tutta la zona. La Rocca possiede un bagaglio di affetti e di ricordi di cui, chi ha avuto modo di viverla, ancora oggi se ne vanta. Purtroppo, da più di dieci anni si trova in stato di abbandono, la vita del castello è minacciata da piante infestanti, tetti sfondati, spazi depredati e mura in cedimento. Per questo, il Comitato chiede di prevedere un futuro per questo patrimonio, l'edificio può essere utilizzato per svariati scopi sociali, turistici e di pubblico servizio che il Comune dovrebbe attivare a vantaggio di tutta la comunità.
Un bene pubblico di tali caratteristiche, non può essere lasciato nelle mani di nessuno ma utilizzato per tutte le sue potenzialità. «Non si può non parlarne o far finta di nulla - ha precisato il presidente del Comitato Filippo Girolami -. Una potenziale perdita di questo immenso valore dimostrerebbe negligenza culturale e cittadina da parte di chi ci rappresenta. Sensibilizziamo i candidati a prendere in considerazione tale appello, affinché venga evitato il deterioramento ulteriore del castello o a considerarne la cessione al Comune di Carassai».
Serena Murri
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Corriere Adriatico