PESARO Solo ieri alle 13 bar e ristoranti hanno avuto la conferma che oggi, sabato,

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PESARO Solo ieri alle 13 bar e ristoranti hanno avuto la conferma che oggi, sabato, era giorno di lavoro in presenza. E nemmeno uno qualsiasi, ma l'ultimo per i prossimi 15 giorni. Il che ha dato ancora più valore alle porte chiuse, alle insegne luminose, alle sale vuote ma piene di luce del flash mob a sostegno dell'#ioaproinsicurezza. E della lettera consegnata ai prefetti in tutt'Italia da Tni, Tutela Nazionale Impresa, confederazione che raggruppa 40mila esercizi. Un j'accuse che chiede all'Italia di affrontare il grave problema economico e sociale del settore alla pari delle altre nazioni europee, un j'accuse che chiede azioni correttive, analisi e programmazione nel rispetto dei tempi, delle logistiche, delle professionalità dell'Ho.Re.Ca.. Lettera consegnata al prefetto Vittorio Lapolla, giovedì pomeriggio, dal direttivo di Ristoritalia, l'associazione nata durante il primo lockdown, che oggi rappresenta centinaia di esercizi pubblici e ha conquistato soci in tutta l'Italia centrale. «Non solo ci mettono in crisi nelle nostre decisioni non avvertendoci in tempo» commenta Eleonora Marocchi. «Continuano a non tener in considerazione che le cucine non lavorano alzando ed abbassando semplicemente le saracinesche. Come continuano a non dare i ristori anche a chi ha un'impresa di famiglia. Non considerano la nostra operatività, il nostro giro d'affari, le spese fisse. Non siamo solo codici Ateco, i bar non sono distributori automatici, siamo luoghi di vita. Chi lo dice ai ragazzi che frequentano gli Istituti alberghieri, gli istituti tecnici per il turismo che stanno studiando e sono formati per un lavoro riconosciuto come non essenziale?». Difficile quantificare quanti ristoranti ieri hanno illuminato fino alle 22 vie, piazze e borghi ma erano tanti, anzi tantissimi. Oltre 250 nel pesarese. Un flash mob elettrico per dire che la salute dei clienti, del personale, della gente viene prima di tutto ma che la ristorazione è in gravissima difficoltà economica e sociale. «Il settore spiega Lorenzo Vedovi, portavoce di Ristoritalia deve rientrare tra le priorità del governo. I ristoratori devono essere sostenuti, risarciti dei danni subiti al fine di evitare altre chiusure e scongiurare fallimenti».

Véronique Angeletti
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Corriere Adriatico