PESARO La professoressa Simonetta Ligi insegna lettere al liceo classico Mamiani;

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PESARO La professoressa Simonetta Ligi insegna lettere al liceo classico Mamiani; lo scorso dicembre, insieme a decine e decine di altri insegnanti degli istituti superiori del Pesarese aveva inviato un'accorata lettera alle istituzioni, per caldeggiare il ritorno dei ragazzi tra i banchi. E, finalmente, oggi il rientro in classe tanto auspicato e atteso. «Finalmente sì - commenta - Sono entusiasta di rivedere i ragazzi: gliel'ho già detto durante l'ultima lezione in Dad, vi abbraccerei tutti. Non si può, ma sarà comunque una festa, anche con le mascherine, che non possono comunque celare le emozioni: parleranno gli occhi, che sicuramente saranno colmi di commozione». «Come docenti - aggiunge - Siamo enormemente grati al dirigente, Roberto Lisotti, che ha consultato il corpo insegnanti, ovvero chi la scuola la vive in prima linea, chiedendoci quale soluzione fosse preferibile per il ritorno in classe, se dividerle a metà le singole classi o l'istituto: non è così scontato. La maggioranza è stata a favore dell'alternanza delle classi, in modo da non separare il gruppo classe. Per le prime tre settimane ci alterneremo ogni tre giorni, così che tutti i ragazzi possano rimettere piede in aula già dalla prima settimana. Siamo sicuri che avrà un effetto fortemente motivante. Il dirigente ha dato disposizioni per utilizzare solo le aule più grandi, in modo da garantire il necessario distanziamento. Perché preferire l'alternanza delle classi? Per molti motivi. Innanzitutto organizzativi: ad esempio, se la classe è divisa a metà, in caso di verifiche i professori sono costretti a fissare due diverse giornate di prova e a realizzare due elaborati differenti. Un lavoro doppio per il docente; inoltre ci sono tutte gli inconvenienti legati alla maggiore difficoltà di concentrazione a cui va incontro la metà che resta a casa, che si troverà svantaggiata rispetto quella in presenza».Un passaggio sulle ripercussioni psicologiche. «Sono l'aspetto in assoluto più negativo. I ragazzi a casa si sentono alienati, non hanno il concetto dello stare a scuola, l'ambiente domestico, che di solito è deputato al relax o allo svago, si trasforma nel luogo dell'apprendimento con un effetto straniante. E si sentono demotivati: ho assistito - conclude l'insegnante - a diversi episodi di dispersione, assenze, cambiamento repentino di comportamento».

Eleonora Rubechi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Corriere Adriatico