PESARO Il Popolo della Famiglia (Pdf) contesta la proposta del sindaco Matteo Ricci:

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PESARO Il Popolo della Famiglia (Pdf) contesta la proposta del sindaco Matteo Ricci: «Tamponi nelle scuole inutili, utilizziamo meglio i soldi pubblici». «Qual è l'obiettivo che si cerca di ottenere dallo screening della popolazione scolastica mediante i tamponi antigenici?». È la domanda di Gabriele Amadei, medico in pensione e coordinatore provinciale del Popolo della Famiglia per Pesaro-Urbino. «Bisogna precisare - spiega -che il tampone (molecolare o antigenico) è utilizzato per evidenziare la presenza del virus in un soggetto in cui si sospetta l'infezione. E' importante anche per effettuare indagini epidemiologiche su ampi strati della popolazione, per capire come si diffonde, quali categorie sono maggiormente esposte per età, sesso, occupazione. Il tampone è una fotografia della popolazione in un determinato momento, in quanto la quantità del virus varia moltissimo secondo il momento in cui si fa il test. Infatti il test può risultare positivo all'inizio della infezione, può variare durante l'evoluzione della malattia, per poi diminuire o cessare quando la risposta immune e/o le terapie iniziano a fare effetto. In pratica, dopo una due settimane, i dati desunti dallo screening possono essere completamente differenti. Quelli positivi possono essere diventati negativi, e quelli negativi possono diventare positivi. Lo screening è utile per avere un dato fondamentale: la percentuale di positivi indica la capacità di diffusione in una data popolazione e la possibilità di isolare, per una decina di giorni, i positivi prima che diffondano l'infezione, o che possano andare incontro ad una progressione della malattia. Effettuarlo su una popolazione scolastica, fatta di giovani e giovanissimi su cui ormai è dimostrato che la malattia non ha praticamente conseguenze, è inutile e sperpero di risorse. Le misure per rendere la scuola più sicura già esistono: distanziamento (anche e soprattutto sui trasporti), igiene, aerazione, misurazione della temperatura. Chi ha la febbre non entra. Vogliamo suggerire un modo per spendere bene quei 40.000 e passa euro: offrire alle famiglie e imprese in difficoltà un aiuto economico o assistenziale».

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Corriere Adriatico