Parte oggi la sfida all'Obuv «Qui un mercato decisivo»

Parte oggi la sfida all'Obuv «Qui un mercato decisivo»
LA TRASFERTAFERMO La Russia, l'Obuv e la questione delle 120 ore. Da oggi fino a venerdì prossimo è in programma all'Expocentr di Mosca l'edizione numero 55 di Obuv Mir Kohzi....

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LA TRASFERTA
FERMO La Russia, l'Obuv e la questione delle 120 ore. Da oggi fino a venerdì prossimo è in programma all'Expocentr di Mosca l'edizione numero 55 di Obuv Mir Kohzi. Gli espositori italiani di calzatura e pelletteria avranno 120 ore per sedurre il mercato russo.

Il programma
Per questo hanno programmato la trasferta tenendo conto che per evitare la quarantena di 10 giorni al rientro in Italia, tra viaggio di andata e quello di ritorno non dovranno passare più di 120 ore. Facile? Non proprio visto che il salone dura 4 giorni ma gli orari dei voli sembrano aver tenuto conto anche di questa esigenza, con la speranza che tutto fili liscio. Le Marche restano la regione che vende più scarpe a Mosca di tutte le altre e Fermo è la prima provincia in assoluto a livello di fatturato. Ma dai 295 milioni di euro di fatturato del 2013, le Marche sono passate ai 110 milioni del 2019 per poi finire a 85 l'anno scorso, causa pandemia, con un calo di oltre il 70% dal 2013.
I motivi
A influire negativamente sono state anche le sanzioni commerciali applicate dall'Europa alla Russia per il conflitto con l'Ucraina. Nel primo semestre 2021 si è verificata una scontata ripresa ma il percorso di recupero e lungo e forse impossibile. I saloni che si sono svolti in precedenza ad Almaty (Kazakistan) e Kiev (Ucraina) hanno dato buoni riscontri per cui le aspettative dei partecipanti sono alte. «Sono fiducioso e anzi credo che l'Obuv ci riserverà piacevoli sorprese» afferma Gianfranco Butteri, titolare del calzaturificio di Montegranaro che porta il suo nome.
La voglia
«Già da Milano e Almaty abbiamo avuto un discreto numero di ordini e segnali positivi - prosegue l'imprenditore veregrense. Non sono certo le quantità e i numeri di qualche anno fa, ma si percepisce una voglia generale di tornare a comprare le scarpe Italiane. Noi siamo pronti per soddisfare i nostri clienti con la speranza di lasciarci definitivamente alle spalle la crisi acuitasi dalla pandemia».

mas. vi.
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Corriere Adriatico