«Noi, bancomat dei rapinatori»

«Noi, bancomat dei rapinatori»
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L'ALLARMEANCONA «Siamo preoccupati. Certo, la situazione non è nel pieno dell'allarme, ma la sensazione di essere una categoria esposta a determinati episodi c'è eccome. Il problema è che non si tutelano abbastanza i commercianti, soprattutto quando scende il buio e la paura si fa sentire. Il primo deterrente contro tossici, ladri e balordi deve essere la divisa». Le parole di Lorenzo Zecchini, titolare della storica farmacia di piazza Roma, fanno da cassa di risonanza al pensiero di altri tanti suoi colleghi e dei titolari delle tabaccherie, le due categorie, veri e propri bancomat dei rapinatori, che più di altre finiscono nel mirino di persone senza scrupoli.

Le richieste
Dopo l'agguato di venerdì alla farmacia Dubbini di corso Amendola da parte di un bandito armato di coltello, l'idea di correre ai ripari per smettere di vivere nel terrore è più viva che mai. Gli episodi di violenza sono sporadici, ma fanno paura. Quanto basta per non riuscire a lavorare serenamente. Farmacisti e tabaccai sembrano aver sposato una linea comune di difesa: entrambi chiedono maggiori controlli del territorio e una presenza costante delle forze dell'ordine perché certi fatti accadano sempre meno. «Abbiamo un po' paura quando facciamo i turni di notte e quando la città è deserta continua Zecchini -. Le persone più problematiche sono soprattutto i tossici. Entrano nel negozio, chiedono soldi oppure pretendono le medicine senza pagare. Sono soggetti incontrollati, a briglia sciolta. Proprio con uno di loro ho avuto un brutto alterco quest'estate. Poi, ci sono quelli che vengono per rubare. Ma sono fatti che, fortunatamente, accadono di raro. Mi auguro che dopo l'episodio capitato a Dubbini vengano aumentati i controlli. Si vedono pochi vigili urbani o persone preposte alla sicurezza dei cittadini in particolar modo in quelle zone del centro che sono diventate impercorribili e pericolose».
I blitz
Come Zecchini, altre attività hanno dovuto fare i conti con ladruncoli e individui che tentano il colpaccio in pieno giorno. Qualche mese fa è successo ad Andrea Ricciotti, titolare dell'omonima tabaccheria di corso Garibaldi: «Sono entrati due uomini racconta - e con la forza mi hanno portato via una busta dove pensavano di poterci trovare delle marche da bollo. In realtà, non conteneva nulla di valore. Mi ricordo che erano molto aggressivi, non gli importava affatto che in negozio ci fossero dei clienti. Hanno tentato anche di allungare le mani verso la cassa ma non ci sono riusciti. Ma a queste persone, più che dirgli che devono andarsene che dobbiamo fare? C'è un senso di impotenza attorno a queste cose». E un velo di preoccupazione: «Paura continua Ricciotti non ne ho, ma di sicuro c'è da stare attenti. La mia compagna non la lascio da sola la sera in negozio. Quando c'è poco passeggio per il corso non c'è da stare molto tranquilli, anche se la volante che passa ci fa stare più sereni».
Le soluzioni

In corso Mazzini, la situazione non è migliore. «Qui è un ricettacolo di delinquenti afferma Cristiana Lanari, titolare della Tabaccheria del Tribunale -. Ogni giorno corriamo sempre un nuovo rischio perché la zona è abbandonata a se stessa e al tabacchi entra sempre qualcuno in cerca di soldi. Forse, noi siamo di serie b rispetto ai commercianti di corso Garibaldi. Alla sera, scende la paura. Ci sono poche persone che sorvegliano e non mi sento affatto tutelata e tranquilla». Addirittura, Paolo Valla ha pensato ad un innovativo sistema d'allarme da installare all'interno della sua farmacia: «Forse servirebbe un pulsante d'emergenza da premere in situazioni di pericolo. Andrebbe posizionato sotto al bancone e sarebbe collegato direttamente alla centrale operativa della Questura. Oppure, potremmo metterne uno che possa far scattare una sirena esterna al negozio e che richiami sul posto le forze dell'ordine».
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Corriere Adriatico