«No a classi dimezzate»

«No a classi dimezzate»
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LE REAZIONI
FERMO Metà delle classi o metà degli studenti per classe?, questo è il dilemma. Il dilemma che gli istituti superiori del Fermano stanno cercando di risolvere in queste ore. La maggior parte dei presidi propenderebbe per la prima soluzione, quella più apprezzata dagli studenti che, dopo tre mesi e mezzo, vedrebbero i banchi riempirsi. Ha sciolto le riserve Stefania Scatasta. Da lunedì, all'Iti Montani e all'Iiss Urbani torneranno metà delle classi che poi si alterneranno. «Tante ragioni spiega la preside ci spingono a pensare che sia la soluzione migliore, in grado di garantire la sicurezza per studenti e docenti e la migliore organizzazione per un buon lavoro in classe. Perché, se rientriamo, è per lavorare bene». Mercoledì pomeriggio la dirigente ha incontrato i rappresentati di studenti e genitori, ai quali ha spiegato i suoi perché. «Abbiamo ragionato molto prosegue Scatasta e stiamo ragionando ancora. Abbiamo cercato di tenere conto delle specifiche di ogni plesso e organizzato la didattica flessibile e la compresenza, che permette ai ragazzi di lavorare in piccoli gruppi. Ricominciamo con la voglia di tornare in presenza e di fare un buon lavoro, sempre tutelando la salute di tutti». Aspetterà il Consiglio d'istituto di stamattina, per decidere, Piero Ferracuti.

Il preside del Liceo classico Caro sta sondando il terreno. Fosse per lui, opterebbe per la rotazione delle classi, ma deve fare i conti con qualche professore e genitore che spinge per dimezzarle dall'interno. «Con metà classe a scuola e metà a casa spiega il dirigente la didattica rischia di essere confusionaria. Inoltre, non abbiamo la certezza di riuscire a supportare tutti i collegamenti. Senza contare che, ai fini della socializzazione, sarebbe una Caporetto». A preoccupare il preside anche la valutazione, nei compiti in classe, degli scritti fatti a distanza. «Dobbiamo ragionare nella prospettiva del secondo quadrimestre dice e gli scritti da casa sono totalmente inaffidabili. Se siamo una scuola, nel momento in cui le norme per la sicurezza sono rispettate, perché ragazzi e didattica devono venire sempre per ultimi?». Più cauta Cristina Corradini, preside dell'Itet Carducci Galilei. Ieri sera ha partecipato a una riunione con la Commissione tecnica e la Provincia per un sopralluogo nei due plessi. «Stiamo valutando la fattibilità e cercando la soluzione migliore, ma ci serve ancora un po' di tempo», si limita a dire.
f. p.
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Corriere Adriatico