IL CASOPESARO Tra i numeri dell'efficienza anche dettagli all'apparenza secondari che rendono però tortuosa la vita dei pazienti. Sono numerose le segnalazioni di pazienti,...
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PESARO Tra i numeri dell'efficienza anche dettagli all'apparenza secondari che rendono però tortuosa la vita dei pazienti. Sono numerose le segnalazioni di pazienti, principalmente cronici, che dovrebbero trarre vantaggio per la propria salute dalle convenzioni che la Regione Marche ha firmato con alcuni professionisti i quali prestano servizio in ospedali come il Celli di Cagli o il Lanciarini di Sassocorvaro ( in cui è nato l'inserimento del privato in strutture sanitarie pubbliche) con il compito di implementare le attività specialistiche e di conseguenza ridurre le liste d'attesa. Ma nelle maglie della burocrazia il virtuoso tentativo di rispondere rapidamente ai bisogni dei pazienti si incaglia. È il caso della pneumologia intorno alla quale orbitano, come si diceva, pazienti cronici che necessitano di un percorso extra ospedaliero. L'appuntamento con lo specialista viene fissato attraverso il Cup che, ovviamente, non ha titolo per chiedere al paziente le ragioni per cui richiede una visita. Capita così che, in particolare dal nostro entroterra, un malato si rivolga allo specialista per avere conferma del proprio piano terapeutico, per chiedere sostegno alla respirazione attraverso strumenti di ventilazione o dotazione di ossigeno. Peccato però che il medico convenzionato non sia abilitato a prescrivere nulla di tutto questo. E di fronte a un paziente con queste esigenze, il professionista è costretto a suggerirgli, di rimettersi in fila al Cup, prenotare nuovamente la visita con un medico ospedaliero autorizzato a prescrivere tali supporti. E questo anche nel caso in cui attrezzatura e terapia vengano solo confermati e non prescritti per la prima volta. Un bug nel sistema sanitario facilmente risolvibile.
si. si.
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Corriere Adriatico