Stefano Di Pietro, attuale segretario cittadino del Partito Democratico ma in passato anche consigliere e assessore comunale, è da sempre un sostenitore della necessità di uno...
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Di Pietro, ritiene anche oggi che quella di San Claudio sia un'opera indispensabile per l'area produttiva di Valleverde?
«Lo sostenevo allora quando fu progettata e realizzata l'area artigianale di Valleverde e, a mio avviso, questo tema resta anche oggi sul tavolo. Anche se ovviamente le priorità da allora sono cambiate, nel senso che in questo momento la realizzazione della via Mattei-la Pieve è sicuramente decisiva per la città di Macerata. A questo è collegato lo svincolo di Campogiano che sarà necessario per un collegamento veloce con la bretella ed il capoluogo. Quindi in questo momento storico questa è la priorità».
Resta però il fatto che l'area produttiva di Valleverde può avere un senso o uno sviluppo futuro solo se potrà essere collegata alla grande viabilità.
«Anni fa tutti e due i progetti, cioè lo svincolo di San Claudio e quello della Pieve, erano ben presenti e direi complementari. Anche perché in un'ottica futura, per poter attrarre aziende e sviluppare tutta l'area di Valleverde, è indispensabile poter contare sulla logistica, su collegamenti veloci con le grandi arterie di collegamento. Nel nostro caso con la superstrada Valdichienti. Altrimenti il rischio è che difficilmente altre aziende apriranno accanto alle poche che ci sono attualmente».
Di Pietro, eppure sul progetto svincolo a San Claudio si erano esposti anche diversi enti locali.
«Fu sottoscritto un accordo di programma anche da Provincia e Comune di Corridonia, anche se oggi tutti sembrano dimenticarsene. Ci sono strade a quattro corsie a Valleverde che devono essere collegate da una parte con Macerata e dall'altra con la grande viabilità. Il tema sul futuro di quell'area non può essere abbandonato».
Mauro Giustozzi
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Corriere Adriatico