ServiglianoCalorosa è stata l'accoglienza riservata a Loretta Emiri dalla platea intervenuta all'incontro organizzato dall'Università dell'educazione permanente e del tempo...
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Calorosa è stata l'accoglienza riservata a Loretta Emiri dalla platea intervenuta all'incontro organizzato dall'Università dell'educazione permanente e del tempo ritrovato di Grottazzolina alla Casa della memoria di Servigliano. Acuta e gentile come sempre, la scrittrice di origine umbra, che ha vissuto quasi vent'anni della sua vita tra gli indios brasiliani dello stato del Roraima, ha salutato la maggioranza di signore tra il pubblico chiamandole "meninas", ossia ragazze, cogliendo appieno lo spirito sempre curioso ed entusiasta di chi fa parte dell'associazione culturale grottese. Moderata dalla giornalista Alessandra Cicalini, la Emiri è partita dalla presentazione del suo ultimo libro "Amazzone in tempo reale" (Livi editore) per proseguire con le risposte alle numerose domande del pubblico sulla vita quotidiana degli indios Yanomami. Con questi ultimi l'autrice ha lavorato a stretto contatto, prima come missionaria laica che aveva il compito, insieme con altri occidentali, di trasformare gli indigeni in maestri capaci un giorno di istruire altrettanti indios sui propri diritti contro le prepotenze dell'uomo bianco. Poi la scrittrice è diventata "indigenista", un termine di origine portoghese utilizzato dalla medesima per sottolineare il processo di trasformazione interiore in lei avvenuto man mano che la reciproca conoscenza si approfondiva.
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Corriere Adriatico