La sand art è una tecnica di animazione che sfrutta la plasticità della

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La sand art è una tecnica di animazione che sfrutta la plasticità della sabbia unita a una sorgente luminosa per la creazione di immagini, figure e situazioni che possono andare...

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La sand art è una tecnica di animazione che sfrutta la plasticità della sabbia unita a una sorgente luminosa per la creazione di immagini, figure e situazioni che possono andare a comporre storie o fiabe. Ermelinda Coccia, creatrice offidana che nella vita è un'apprezzata videomaker, è molto conosciuta in questo settore anche perché ha realizzato una serie sul web di fiabe per bambini dal titolo Sulla luna, con la voce del famoso lettore di audiolibri Walter Zanardi. «Nel corso del lockdown - dice - avevo già realizzato una serie di dieci episodi in cui raccontavo quel momento specifico vissuto insieme al mio gatto Movie. Ho iniziato ad accostarmi alla sand art per caso, grazie ai miei amici della Di Filippo Marionette che, di ritorno da un festival, mi parlarono di questa arte. Sono autodidatta ma con un allenamento costante sto migliorando la mia tecnica». Linda, com'è meglio conosciuta, utilizza nei suoi spettacoli sabbia del tipo adoperato per le piscine dei bambini. «Sarebbe meglio usare quella del mare, ma è vietato raccoglierla e portarla via dalle spiagge e poi andrebbe pulita e filtrata. Il bello di fare arte con la sabbia è la sua massima duttilità nella trasformazione da una figura in un'altra, ma ci vogliono anche una predisposizione alla manualità e una spiccata creatività per immaginare che, ad esempio, il disegno di un fiore possa evolversi in un altro del tutto differente». La sand art è stata anche protagonista nel nostro territorio di esperienze di tipo sociale. «Due anni fa - conferma la Coccia - lavorai insieme agli ospiti del centro diurno Forlini di Offida, persone anziane con patologie che fino a quel momento non avevano mai fatto attività. Con me hanno interagito con ottimi risultati, riportando evidenti benefici rilassanti e alcuni di loro sono riusciti a fare cose con le mani che fino a quel momento non pensavano di essere ancora capaci di fare».

sa. be.
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Corriere Adriatico