L'INIZIATIVA FERMO Lo spopolamento dei borghi montani e alto collinari accentuato

L'INIZIATIVA FERMO Lo spopolamento dei borghi montani e alto collinari accentuato
L'INIZIATIVA FERMO Lo spopolamento dei borghi montani e alto collinari accentuato dal terremoto, le difficoltà che incontra il settore calzaturiero, i problemi dell'artigianato,...

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L'INIZIATIVA
FERMO Lo spopolamento dei borghi montani e alto collinari accentuato dal terremoto, le difficoltà che incontra il settore calzaturiero, i problemi dell'artigianato, le rigidità burocratiche per le piccole imprese agricole, la carta del turismo ancora tutta da giocare. La foto può apparire impietosa. Ma se questa è la situazione non ci si deve piangere addosso. Ogni problema contiene la sua soluzione. Le opportunità esistono. Occorre conoscerle prima di tutto. Quindi adottarle e adattarle alla nostra realtà socio-economica. Nasce da questa consapevolezza l'iniziativa proposta dalla Fondazione San Giacomo della Marca dal titolo Sussidiarietà e Pmi per lo sviluppo sostenibile. L'incontro si terrà venerdì, alle ore 17,15, all'hotel Royal, a Casabianca di Fermo.

Gli interventi
Interverranno Giorgio Vittadini (presidente della Fondazione per la sussidiarietà), Paolo Praticò (Responsabile area grandi investimenti e sviluppo imprese presso Invitalia), Marco Marcatili (responsabile sviluppo presso Nomisma), Enrico Ciccola (presidente della sezione calzaturieri di Confindustria Centro Adriatico) e Massimo Valentini (presidente della Fondazione San Giacomo della Marca). «Il riconoscimento dell'Area di crisi del distretto fermano maceratese - precisa il presidente Valentini - è da una parte il riconoscimento di una difficoltà di un modello produttivo messo alla prova dagli squilibri dei mercati internazionali che richiedono una grande e veloce cambiamento, in primo luogo dei soggetti imprenditoriali. Gli strumenti di sostegno che l'Area di crisi metterà a disposizione delle Pmi di vari settori che stanno accettando questa sfida è pertanto una grande opportunità di cambiamento, soprattutto valorizzando quegli aspetti di sostenibilità di cui il nostro distretto è ancora particolarmente ricco, ma che faranno la differenza nella competizione presente e futura». Un contributo all'inquadramento dei problemi e al loro superamento verrà anche dalla contemporanea presentazione da parte di Vittadini dell'omonimo Rapporto sussidiarietà e Pmi per lo sviluppo sostenibile. Il Rapporto documenta il contributo determinante delle micro, piccole e medie imprese nella esatta prospettiva dello sviluppo sostenibile. Le caratteristiche proprie delle Pmi, quali lo stretto legame con il territorio, il senso del lavoro e del rischio d'impresa, l'implicazione con dinamiche solidali e, non ultima, la capacità di fare rete, sono segno del loro Dna naturalmente rivolto alla sostenibilità.
I modelli
I suggerimenti riguardano la riconsiderazione dei «modelli di business più tradizionali in vista di processi più sostenibili fin dall'origine delle strategie imprenditoriali, e individua nella cultura sussidiaria la condizione fondamentale perché ciò avvenga. Partecipazione adeguata di tutti gli attori della società, collaborazione, perseguimento delle migliori strategie di governo e di governance alle differenti scale territoriali sono dimensioni fondamentali per la sostenibilità». Come dire: non vi sarà quindi sviluppo sostenibile senza sussidiarietà.

Massimiliano Viti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Corriere Adriatico